Sant’Ignazio da Laconi è una figura di grande rilievo nella storia religiosa della Sardegna. Nacque a Laconi il 17 dicembre 1701, secondo di nove figli in una famiglia di agricoltori, e fu battezzato con i nomi di Francesco, Ignazio e Vincenzo Peis. Fin da giovane, si distinse per la sua profonda religiosità e un carattere umile e generoso. Le cronache raccontano che, già da bambino, si ritirava spesso in preghiera e mostrava una particolare attenzione verso i più poveri e bisognosi.

A circa 20 anni, dopo essersi ripreso miracolosamente da una grave malattia che lo aveva colpito, fece voto di dedicare la sua vita a Dio se fosse guarito. Questo evento segnò una svolta nella sua vita: entrò nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Cagliari, prendendo il nome di Ignazio.

Per oltre quarant'anni, Sant’Ignazio svolse il ruolo di questuante per il convento di Buoncammino a Cagliari. Era incaricato di raccogliere donazioni per i poveri della città. La sua figura divenne presto nota e amata da tutti, grazie alla sua umiltà, alla pazienza e alla carità che lo contraddistinguevano. Sant’Ignazio offriva parole di conforto e saggi consigli a chiunque ne avesse bisogno, diventando un vero e proprio punto di riferimento per la comunità.

Sono state diverse le testimonianze, come si legge sul sito dei cappuccini in Sardegna, che comprovano come il frate della bisaccia “fosse l’atteso in quasi tutte le case di Cagliari, specialmente quelle del quartiere più povero, di Stampace. Era per lui un pagare caro, con lotte, pene, sacrifici, quella popolarità, quasi glorificazione terrena”.

I racconti popolari attribuiscono a Sant'Ignazio numerosi miracoli, molti dei quali legati alla sua attività quotidiana. Si narra che riuscisse a moltiplicare le risorse raccolte per aiutare un numero sempre crescente di poveri, e che avesse la capacità di guarire i malati e alleviare le sofferenze di chi si rivolgeva a lui con fede. Si legge sul sito dei cappuccini in Sardegna: A chi ricorreva al suo conforto, nei dolori e nelle malattie, precisava: “Abbiate fiducia in Dio”, e avvenivano le guarigioni […] E moltiplicazione di cibi e bevande. I ciechi riprendevano a vedere. Alle parole mal biascicate del frate, le acque di quel bel Golfo di Cagliari si rabbonivano, a tranquillità dei marinai, e donavano abbondante pesca a chi di essa viveva. Sapeva punire la poca fede. A un malato, che desiderava la guarigione, fra Ignazio dette l’invito di alzarsi. “Non posso”, commentò il malato, il quale si senti redarguire dal cappuccino: “E se non potete, che cosa ci posso fare io?”. Ai malati, quel che fra Ignazio estraeva dalla manica del suo saio, era più efficace d’ogni medicina. Ed offriva bazzecole da far ridere, come pezzetti di pane duro, fichi rinsecchiti, fiori appassiti, bucce di limone, un uovo sodo… Risultavano medicinali portentosi. Anche per le spose, fossero del popolo o dell’aristocrazia, in trepidazione per il prossimo parto, il cercatore aveva la sua parola di fede che rasserenava e le sue strane medicine che assicuravano la felicità dell’evento. Mostrò singolare tenerezza per le partorienti. Dette sicuri incoraggiamenti per l’accoglienza della vita umana nascente, con parole esitanti, mai pronunciate, ma strapiene di fede. Un teste: “Alle donne incinte, quando desideravano qualche frutta fuor di stagione, onde evitare il pericolo dell’aborto, cavava questa dalla… manica del suo abito, così fresca e matura, come fosse al momento tolta dal suo albero”.

L'11 maggio 1781, all’età di 80 anni, Sant'Ignazio morì nel convento di Cagliari, dove aveva trascorso la maggior parte della sua vita. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, e molti pellegrini iniziarono a visitare la sua tomba per chiedere grazie e miracoli. Il processo di canonizzazione si concluse positivamente quando Papa Pio XII lo proclamò Santo il 21 ottobre 1951, riconoscendo ufficialmente la santità della sua vita e dei suoi miracoli.

Oggi, Sant'Ignazio da Laconi è venerato in tutta la Sardegna. Ogni anno, alla fine di agosto, il suo paese celebra una grande festa in suo onore, durante la quale la comunità si riunisce per ricordare la sua vita e i suoi insegnamenti di carità e umiltà. Tre giornate, 29, 30 e 31 agosto, di fede, spettacoli e musica organizzate dall’amministrazione comunale grazie al contributo della legge regionale n. 7 e alla fattiva e proficua collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna e con la Parrocchia Santi Ambrogio e Ignazio.