"Sin dal principio abbiamo capito la preoccupazione dei sardi di vedere trasformato il loro territorio in un'area industriale, l'abbiamo capita talmente bene da esserci assunti la responsabilità di governare, di confrontarsi, di cercare con i mezzi disponibili di risolvere la situazione". Sono le parole della presidente della Regione Alessandra Todde, che nel suo intervento in Aula ripercorre la genesi del disegno di legge sulle aree idonee appena approvato dal Consiglio regionale, fra consensi e polemiche.

"Oggi - afferma la governatrice - mettiamo una prima pietra, ma dobbiamo proseguire con il lavoro da fare, con il confronto e far capire e condividere con i nostri concittadini che siamo dalla stessa parte, che la frattura che tanto è stata voluta e cercata tra i sardi non c'è, perché noi siamo un popolo unito che vuole reagire a questo tsunami che ci è capitato sulle spalle". Todde ha poi ricordato il percorso di condivisione con le amministrazioni locali: "Abbiamo girato la Sardegna incontrando tutti i sindaci del territorio, confrontandoci con loro, con i comitati e con tutte le persone che volevano trovare una soluzione. Certamente non abbiamo potuto lavorare con chi non voleva confrontarsi".

E ha aggiunto: "Si è cercata la contrapposizione, si è cercato di cavalcare la paura della gente, di trovare capi espiatori e colpevoli a fronte di una situazione che non è nata adesso, negli ultimi otto mesi, ma negli ultimi vent'anni". Conclude: "Ci si è dimenticati di quelle pale eoliche che erano nel nostro territorio, che c'erano già da decenni, e ci si è inventati che erano spuntate come funghi in pochi giorni".