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"Ho inciso su questa legislatura in termini di maggioranze parlamentari più di quella precedente. In quella precedente ho fatto il presidente del Consiglio, ho fatto le riforme, ma se guardiamo la politica con uno sguardo machiavellico, ho fatto di più da ultimo che allora". Così Matteo Renzi in un'intervista a Il Foglio.
"La seconda volta che mi è capitato di incidere sulle sorti politiche dell'Italia è stato quando, nell'agosto del 2019, si stava andando verso l'accordo tra Matteo Salvini e il Pd alle elezioni. Ho fatto una capriola, ho ingoiato una scatoletta di Maalox, ho fatto un'operazione che secondo me serviva al Paese, perché se ci fosse stato un governo con Salvini premier e con Giorgia Meloni vicepremier, come si stava per fare, l'Italia sarebbe andata decisa in direzione antieuropeista. Ci saremmo trovati di fronte a una situazione di fragilità estrema, e di lì a poche settimane sarebbe scoppiato il Covid. Ma te lo immagini?".
"Mario Draghi a palazzo Chigi credo che questo sia stato il più importante capolavoro politico dei miei quindici anni di carriera - racconta l'ex premier -. Sono ovviamente più fiero e orgoglioso delle leggi che ho firmato, ma dal punto di vista di una battaglia oltre la politica, una battaglia anche umana, valoriale, psicologica, Draghi a Palazzo Chigi è il mio capolavoro".