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“La politica è distante dalle persone. Bisogna parlare ai cittadini con chiarezza”, inizia così il suo discorso da Porto Torres la candidata a presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Ai nostri microfoni parla della sua campagna elettore “coerente e concreta”, della sua idea di Sardegna e risponde all’altro candidato, Renato Soru, che di lei ha detto essere “un giocatore in panchina”.
Durante gli incontri con gli elettori, tantissimi, iniziati più di un mese fa, “trovo persone che hanno voglia di essere ascoltate, che hanno voglia di essere rimesse al centro. È come se ci fossero diversi passaggi – spiega Todde -. Inizialmente c’è un momento in cui le persone sono disilluse, magari diffidenti e quindi ascoltano con molto scetticismo e poi invece c’è un momento di confronto in cui si sentono effettivamente di condividere alcuni temi che noi abbiamo preso all’interno del nostro programma e per cui portiamo delle soluzioni concrete. Dopo gli incontri i feedback che ho sono di grande ottimismo, di voglia di partecipare. È come un’onda che sta crescendo”.
Soru sostiene che la “vera sfida” per le prossime regionali del 25 febbraio sia tra lui e Truzzu e che Todde giochi in panchina. Per la candidata del campo largo del centrosinistra “credo che di queste scelte ci si assume la responsabilità, lui si è assunto la responsabilità di spaccare il centrosinistra, di favorire la destra, perché è evidente il lavoro che sta facendo, basti vedere chi ha firmato le sue liste e quindi si prende la responsabilità di ciò che sta facendo. Io sono orgogliosa di rappresentare un centrosinistra che vuole costruire un’alternativa non per questa campagna elettorale, ma per i prossimi anni. Non mi sento affatto un giocatore in panchina, anzi mi sento protagonista di questa sfida elettorale e penso sempre che i conti si facciano alla fine"