“La nostra non è solo una posizione di principio, è una salda convinzione. Non posso governare con il Pd e il M5S, dai quali mi divide tutto. E non voglio far passare per inevitabili troppe cose che non lo sono”. Sono le parole della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che alla domanda della giornalista del Corriere della Sera “non è un po’ pentita?” risponde con un lapidario: “No, perché?”.

Dire di sì a Draghi significherebbe “tradire quello che siamo, fin dalla nostra nascita. Fratelli d’Italia fu fondato in polemica con il Pdl per l’appoggio al governo Monti. Sulla base di convinzioni profonde: non posso governare con il Pd e il M5S, dal quale mi divide tutto. E non voglio far passare per inevitabili troppe cose che non lo sono”.

“FdI – si legge nell’intervista sul Corriere - non è abituata a prendere decisioni sulla base della convenienza” e poi “è sempre bene che esista un’opposizione in una democrazia. Lo è perfino per chi governa, e l’ho detto anche al presidente incaricato. È bene avere una sentinella, una voce libera, qualcuno che non deve seguire una linea per forza, in un senso o nell’altro. A Draghi ho assicurato che se un provvedimento ci convince ci saremo, anche se si tratterà di votare in passaggi difficili per altri. E lo faremo senza chiedere nulla in cambio”.

La Meloni ribadisce: “Se io faccio una cosa di cui non sono minimamente convinta, contraria a quello che ho sempre sostenuto, come potrebbe domani un elettore fidarsi ancora di me? Io credo nel legame tra eletto ed elettore, non nella politica in cui si dice tutto e il suo contrario. La gente adesso sa che quello che sostengo faccio, nel bene e nel male. Sa che esiste una forza che fa quello che dice. Credo sia merce rara, oggi”.

Alla domanda su Salvini e Berlusconi “se lo aspettava che avrebbero detto sì a Draghi?” risponde: “Da Berlusconi me lo aspettavo, lo aveva lasciato intendere. Dalla Lega meno, lo avevano escluso, sempre che poi finisca così come sembra in queste ore...”.