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Con il deputato palermitano Giorgio Trizzino, diventano cento i parlamentari che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle dall'inizio della Legislatura. Era il marzo 2018 quando la squadra guidata da Luigi Di Maio ottenne il 33% dei voti alle elezioni, da allora il partito ideato da Grillo ha cambiato inesorabilmente pelle perdendo inevitabilmente pezzi: un terzo dei parlamentari ha cambiato gruppo.
Il primo a lasciare il Movimento fu il velista cagliaritano Andrea Mura, reo di non presentarsi alla Camera sostenne che poteva occuparsi di politica anche rimanendo fra le onde. Il deputato potentino Salvatore Caiata fu espulso già in campagna elettorale perché coinvolto in un'inchiesta per riciclaggio poi archiviata. Andrea Cecconi e Carlo Martelli allontanati per i mancati rimborsi, Salvatore Tasso colpevole di aver nascosto una vecchia condanna per la vendita di cd contraffatti.
Altri nomi pesanti in uscita quello del militare Gregorio De Falco, i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, lo scrittore cagliaritano Gianni Marilotti. Non c'è gruppo parlamentare, oggi, che non accolga un ex pentastellato.
Nelle ultime settimane il terremoto che ha portato all'espulsione di 36 parlamentari colpevoli di non aver votato la fiducia al Governo Draghi. Questi, ieri, sono diventati 39 con ulteriori provvedimenti notificati ai deputati Cristian Romaniello, Yana Ehm e Simona Suriano. L'ultima scossa ha determinato anche l'uscita di un pezzo da novanta come Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. Un esodo senza precedenti nella recente storia repubblicana .