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L’impugnazione da parte del Consiglio dei ministri della legge regionale sarda sul suicidio medicalmente assistito – approvata a settembre dal Consiglio regionale – ha aperto un fronte politico rovente che, nel giro di poche ore, ha visto schierarsi associazioni pro-life, opposizioni di centrodestra, esponenti del campo largo e le principali realtà nazionali impegnate sul tema del fine vita.
Durissima la posizione di Pro Vita & Famiglia onlus, tra le prime a intervenire. «Bene ha fatto il Governo a impugnare la legge regionale sarda sul suicidio assistito — scrive l’associazione — come avevamo chiesto già quando la norma fu approvata il 17 settembre. È una legge disumana che spinge malati, fragili e persone disperate a uccidersi, invece di moltiplicare cure e servizi socio-assistenziali».
Il presidente Antonio Brandi punta anche sulla situazione sanitaria dell’Isola: «Una vergogna nella vergogna, se pensiamo che proprio la Sardegna è fanalino di coda per l’accesso alle cure palliative: meno del 5% dei pazienti che ne avrebbero diritto vi accede davvero. Auspichiamo che la Corte Costituzionale blocchi questi provvedimenti illegittimi e contrari alla dignità dei cittadini fragili».
Fratelli d’Italia: “Record di leggi incostituzionali. Centrosinistra irresponsabile”
Duro anche l’attacco di Fratelli d’Italia, che parla di “gravi responsabilità politiche” della giunta Todde.
«La giunta Todde può aggiungere al palmares anche la legge sul suicidio medicalmente assistito — afferma il consigliere regionale Corrado Meloni —. Un triste record senza eguali nella storia politica isolana».
E rincara: «Il centrosinistra spreca tempo prezioso in provvedimenti inutili e potenzialmente dannosi. Dal suicidio assistito non si torna indietro: qui si gioca con la vita delle persone. Si legifera pensando alla propaganda, non alle esigenze reali della Sardegna».
Meloni attacca poi lo stato della sanità regionale: «La sanità va a rotoli: ospedali al collasso, cittadini costretti a curarsi fuori dall’Isola, medici e operatori ignorati. E mentre tutto questo accade, la maggioranza si dedica alla spartizione delle poltrone e a leggi incostituzionali».
Sinistra Futura: “Paradossale. La Regione applica la Consulta, lo Stato non legifera”
Di segno opposto la lettura di Sinistra Futura, che parla a sua volta di “grave errore” del Governo. «L’accanimento del governo Meloni sulla Sardegna è assurdo e ingiustificato», afferma il consigliere regionale Peppino Canu.
Per Canu lo Stato avrebbe lasciato un enorme vuoto legislativo: «La Sardegna ha risposto alla sollecitazione della Corte Costituzionale nella sentenza 242/2019, che di fatto indica alle Regioni la possibilità di regolamentare il ricorso al suicidio assistito. Lo Stato non ha ancora all’orizzonte una legge nazionale. È paradossale che chi non fa nulla, poi impedisca agli altri di farlo».
Il consigliere richiama anche una recente sentenza: «Il Consiglio di Stato, con la decisione 71/24, ha persino introdotto il principio di cedevolezza invertita: se lo Stato non interviene, la Regione può legiferare.
Difenderemo questa legge in ogni sede».
Il Movimento 5 Stelle: “La destra usa il tema come arma di distrazione”
La senatrice M5S Sabrina Licheri parla di “attacco ideologico”: «Fdi ha perso un’occasione per tacere.
Invece di lavorare sul fine vita – fermo al Senato proprio per responsabilità della maggioranza – attacca la giunta Todde, che ha affrontato un tema delicatissimo per dare una possibilità di scelta ai cittadini».
Licheri ribalta poi l’accusa sulle impugnazioni: «La maggioranza parla di record di leggi incostituzionali, ma la verità è che la destra non sa nemmeno come si scrive una legge. Qui si gioca con l’ideologia sulla pelle delle persone».
Anche i parlamentari M5S delle Commissioni Affari Sociali intervengono: «La destra mette un freno a un passo avanti di civiltà, ignorando le richieste della Consulta. Promette una legge, poi la blocca o la riduce a una proposta irricevibile come l’esclusione dal Servizio sanitario nazionale».
Critico anche il deputato sardo Mario Perantoni: «Leggere esponenti dell’opposizione regionale festeggiare l’impugnazione di una norma che tutela persone e famiglie in un momento drammatico è qualcosa che supera ogni limite. La Regione dimostra coraggio: affronta temi chiesti dai cittadini e ignorati dallo Stato».
L’Associazione Luca Coscioni: “È già un diritto riconosciuto, il Governo lo ostacola”
Nettissima la posizione di Filomena Gallo e Marco Cappato: «La legge sarda sul fine vita è un atto di civiltà che garantisce tempi certi e applica quanto stabilito dalla Corte costituzionale. L’impugnazione del Governo Meloni è ideologica e priva di fondamento giuridico».
E lanciano un appello: «Mentre troppe persone soffrono e sono costrette a emigrare per morire con dignità, il Governo ostacola un diritto già riconosciuto. Invitiamo tutte le Regioni ad agire allo stesso modo per tutelare la libertà delle persone».
Il Pd: “Atto grave. Il Governo pretende di decidere come si deve vivere e morire”
Durissimo il segretario regionale del Pd, Silvio Lai: «L’impugnazione è un atto grave, che va oltre il conflitto istituzionale. È come se il Governo pretendesse di decidere come ciascuno di noi debba vivere e morire, negando la dignità negli ultimi momenti della vita».
Lai difende il percorso della legge sarda: «È nata da un lavoro serio, condiviso, rispettoso delle sentenze della Consulta. Non crea nuovi diritti, ma tutela le persone evitando che vengano lasciate sole nell’abbandono istituzionale».
E lancia un messaggio alla comunità nazionale: «La dignità non si impugna. Si tutela. Difenderemo questa legge in ogni sede».

