Intervista al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.

Come risponde Cagliari alla misura di restare a casa? “Sta rispondendo abbastanza bene. La mia impressione, anche dai controlli che stiamo effettuando è oltre il 90% dei cittadini cagliaritani resta a casa e segue le regole. Bisogna evitare che ognuno di noi trovi qualsiasi giustificazione per uscire che può essere la corsetta, andare cinque volte in un giorno a fare la spesa, portare ottanta volte il cane. Dobbiamo evitare tutti questi comportamenti perché il virus si diffonde con il contatto. Il consiglio che do è di fare la spesa una volta a settimana, non andare tutti i giorni. Fare un elenco di ciò che serve e va un componente della famiglia. Un altro piccolo accorgimento è che vada sempre lo stesso componente a fare la spesa”.

Sui controlli. “Stiamo facendo tanti controlli. Cagliari ha 154 mila abitanti se solo il 5% non rispettasse le regole arriveremo a 8mila persone sparse per la città, è chiaro che non possiamo pensare di avere 8mila uomini tra carabinieri, polizia locale e polizia di stato da mettere appresso a questi cittadini. Controlliamo i punti più critici, ma serve un atto di responsabilità da parte di tutti”.

L’economia. “La situazione non è facile. Abbiamo bloccato tutto il sistema economico. Sono in crisi tutti coloro che lavorano nel settore turistico, tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelli alimentari, considerando che il terziario è una fetta dell’attività imprenditoriale cagliaritana crea grossi problemi. Stanno entrando anche altri settori, pensiamo ad esempio ai liberi professionisti. Quello che noi stiamo cercando di fare, nel nostro piccolo, è di rinviare tutte le scadenze legate ai tributi locali. Purtroppo per altro avremo necessità dell’intervento del Governo. È un cane che si morde la coda. Come Comune nei prossimi giorni partirà una piattaforma sul sito dove gli operatori commerciali che fanno consegne a domicilio si possono registrare. Così che i cittadini vedano dove è possibile ordinare la spesa”.

Sant’Efisio. “Sant’Efisio per tutti i credenti e non è un punto di riferimento importante. Nonostante le critiche di qualcuno, nei momenti che stiamo vivendo, anche di paura, credo che appellarsi alla fede e a ciò che costituisce l’identità più profonda penso che sia corretto e bello. Significa riconoscersi in un Santo che ha protetto la città e che costituisce uno degli elementi fondanti della città. L’unica garanzia che abbiamo, non so come, è che il primo maggio Sant’Efisio uscirà”.