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Dalle parole ai fatti? Questo lo vedremo. Intanto, considerato il dibattito sempre più acceso sul reddito di cittadinanza, ricordiamo come la premier Giorgia Meloni parlava in periodo di campagna elettore di questa misura: “Dicono che Fratelli d’Italia voglia colpire i poveri e i bisognosi perché siamo contro il reddito di cittadinanza. Lo dicono ricchi individui in abiti costosi, professoroni che non sono mai usciti dai quartieri bene delle grandi città, lo dicono artisti plurimilionari dai loro jet privati. Lo dicono a me a noi, a Fratelli d'Italia, che qualcosa sulle povertà sulle periferie sulla durezza della vita l'abbiamo imparato sulla nostra pelle, non nelle dissertazioni dei salotti bene o guardando qualche documentario”.
CHE COSA VOGLIAMO FARE? “Sappiamo bene cosa sia la povertà ed è esattamente per questo che vogliamo combatterla – così Giorgia Meloni il 19 settembre scorso -. Sappiamo cosa sia la povertà e per questo diciamo che il reddito di cittadinanza è una misura sbagliata, perché mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo, chi ha bisogno di assistenza e chi ha bisogno di un posto di lavoro. Pensiamo che i 9 miliardi di euro di risorse pubbliche che ogni anno sono state negli ultimi anni destinate al reddito di cittadinanza possono essere spese molto meglio. Anche tralasciando gli scandali le truffe i controlli mancati che ogni giorno hanno riempito le cronache legate al tema del reddito di cittadinanza in questi anni in cui c'è stata questa misura. Che cosa vogliamo fare? Come si possono meglio spendere questi soldi? Noi vogliamo intanto continuare a proteggere i più fragili. Vogliamo per loro mantenere una sistema di tutela come quello che c'è stato con il reddito di cittadinanza, anche tentando di aumentarlo, cioè di renderlo più dignitoso. Chi sono coloro che hanno bisogno di bisogno di tutela? Penso ai pensionati in difficoltà, penso agli over 60 privi di reddito, penso agli invalidi, penso alle famiglie senza reddito che hanno figli minori a carico, anziani, invalidi e bambini. Da parte nostra avranno ogni possibile sostegno, come abbiamo sempre dimostrato durante tutta la nostra storia. Per chi le cose dovrebbero cambiare? Secondo noi dovrebbero cambiare per chi ha tra i 18 e i 59 anni ed è in condizione di lavorare. Secondo i dati del comitato scientifico di valutazione del PNRR ministero del lavoro sono circa il 50% dei percettori del reddito di cittadinanza e praticamente nessuna di queste persone ha trovato un lavoro grazie a quei mitologici ‘navigator’, che sono un'altra geniale trovata del Movimento 5 stelle. Sì, queste persone, con noi, invece di prendere il reddito di cittadinanza senza lavorare, stando a casa, saranno aiutate a trovare davvero un posto di lavoro. per chi conosce la povertà sa che l'unico modo per superarla è sconfiggere le cause che la generano. Chi è in grado di lavorare deve essere formato, deve poter rispondere alle richieste di lavoro che arrivano dalle imprese. Noi abbiamo per questo ingenti risorse che vengono dal fondo sociale europeo che serve esattamente per questo obiettivo. Sono 28 miliardi di euro per il periodo che va dal 2021 al 2027, oltre ai circa 8 miliardi di euro che non abbiamo usato della programmazione precedente. Nel nostro modello chi si rivolge a un centro per l'impiego o a un'agenzia del lavoro deve essere immediatamente indirizzata a un corso di formazione che abbia forti prospettive di assunzione rapida, una volta finito il corso di formazione. In casi particolari, di disagio, con quegli stessi fondi europei è anche possibile prevedere un sostentamento economico durante quel periodo di formazione, quindi anche durante quel periodo hai una copertura, e questo ovviamente accompagnato da misure reali di sostegno alle aziende che assumono. Dal taglio del cuneo fiscale fino alla tassazione di vantaggio, con la formula che noi chiamiamo più assumi meno paghi. È questa la differenza tra un partito diciamo serio, cioè che vuole liberare uomini donne dal dramma della povertà dando loro una prospettiva di loro di lavoro e di benessere, e quelle forze politiche che vogliono tenere gli italiani sotto il ricatto dell'assistenzialismo di Stato per poi in campagna elettorale poter chiedere i voti di quelle persone”.