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Ieri al Teatro Massimo di Cagliari si è respirata storia e politica, emozione e riflessione, in occasione del convegno “Rinascere – 75° anniversario del Congresso del Popolo Sardo”, organizzato dall’associazione La Rosa Rossa. A settantacinque anni dal primo Congresso del 1950, quando l’Isola cercava di tracciare la strada verso sviluppo e autonomia tra difficoltà economiche e sociali, la Sardegna si è nuovamente confrontata con il proprio passato per immaginare il futuro.
La mattinata è iniziata alle 9:30 con l’introduzione di Salvatore Mattana e i saluti del sindaco Massimo Zedda e del presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti, aveva sintetizzato l’importanza dell’evento: “Domenica 21 dicembre alle 9:30 al Teatro Massimo di Cagliari parteciperò a un'interessante iniziativa volta a celebrare il Congresso del Popolo Sardo del 1950, ma soprattutto a ragionare su come rivedere e attuare lo Statuto Speciale della Sardegna e, in particolare, il Piano di Rinascita previsto dall'art. 13”.
Due tavole rotonde hanno scandito la mattinata, trasformando il dibattito in un confronto vivo e partecipato. La prima sessione, alle 10:00, ha visto gli interventi di Paola Carrus, Franco Mannoni, Graziano Milia, Sabrina Perra, Gianluca Scroccu e Luigi Zanda; la seconda, alle 11:00, ha raccolto Antonello Cabras, Fausto Durante, Francesca Ghirra, Silvio Lai e Daniela Falconi, concludendo con le parole della presidente della Regione Alessandra Todde.
Gli interventi hanno messo in luce le criticità e le sfide dell’autonomia: Cabras ha sottolineato che “il consenso è appeso al benessere. Occorre allineare cuore e portafoglio. Lo Stato non è un alleato, ha altri problemi. Serve realismo”, evidenziando come le istituzioni spesso non siano partner affidabili e richiedano concretezza e pragmatismo. Falconi ha aggiunto: “L’autonomia è uno strumento per migliorare la vita delle persone. Non si tratta di spopolamento, ma di desertificazione: scuole che chiudono, aziende che vanno via perché chiude anche lo sportello della banca”, ricordando quanto la gestione del territorio incida concretamente sulla vita quotidiana dei cittadini. Todde ha ribadito con forza: “Un’autonomia non esercitata è vuota” e ha annunciato un passo strategico per la Sardegna: il rafforzamento della candidatura di Lula per l’Einstein Telescope, in collaborazione con la Sassonia, per prevalere sul sito belga-olandese.
Si è parlato anche di futuro, con l’ipotesi di un nuovo Congresso del Popolo Sardo, “vero, non nostalgico”, capace di guardare alla Sardegna del 2050. Tra i temi discussi: mobilità, energia, sanità, sostegno all’agricoltura e alla pastorizia, creazione di una zona franca rurale, e la tutela dei diritti dei cittadini ovunque vivano. Emiliano Deiana, ex presidente dell’ANCI Sardegna, ha commentato: “La politica — e questa iniziativa lo dimostra — è innanzitutto cultura politica, quella che non ignora la storia, che sa celebrarla e connetterla alla modernità: nei limiti e nelle inesplorate possibilità”.
La giornata si è chiusa con il concerto di Piero Marras, che ha incantato il pubblico per tre ore con brani come “Mere Manna”, “Quando Gigi Riva tornerà”, “Rundinedda” e “Fuori campo”. Il teatro era gremito e le note hanno accompagnato idealmente la riflessione sulla storia e sul futuro dell’Isola. Come ha ricordato uno dei partecipanti: “Troppo spesso abbiamo dei decisori politici che oltre a ignorare la storia ignorano anche la cronaca. Iniziative come queste dimostrano cosa sia (o non sia) la cultura politica”.
Ieri non si è celebrato solo il passato: si è immaginata una Sardegna che sappia coniugare memoria, partecipazione e concretezza, un futuro in cui autonomia, sviluppo e diritti dei cittadini siano il cuore pulsante delle politiche regionali.



