Roma, 7 set. (Adnkronos Salute) - "Ennesimo schiaffo in faccia ai giovani medici, considerati solo tappabuchi al bisogno, mentre il loro percorso formativo ancora una volta risulta di poco interesse per le Istituzioni". Commenta così il presidente della Federazione Cimo-Fesmed, la decisione del ministero dell’Università di far slittare la pubblicazione della ripartizione dei posti disponibili in ciascuna scuola di specializzazione in Medicina, la cui data è stata spostata dall’8 al 26 settembre. Solo allora i candidati potranno esprimere le proprie preferenze in merito alle tipologie e alle sedi di scuola da frequentare. Il termine per le immatricolazioni slitta invece al 13 ottobre. Eppure l’inizio delle attività è stato confermato per il 1 novembre. Da qui la richiesta della federazione sindacale di "rinviare anche l’inizio delle attività".

"Questi ritardi - denuncia Quici - riducono drasticamente non solo la possibilità di procedere con gli scorrimenti, aumentando quindi il rischio di perdere borse di specializzazione fondamentali per la tenuta futura del Servizio sanitario nazionale, ma rendono pressoché impossibile, per gli specializzandi, organizzare la propria vita. Un giovane medico che dovrà trasferirsi in un’altra città avrà solo poco più di due settimane per trovare un alloggio, tanto per fare un esempio. Posti i ritardi accumulati, chiediamo dunque di rinviare anche l’inizio delle attività", ribadisce.

"Il prossimo anno, vista l’amnesia cronica, sarà nostra premura ricordare al Mur le scadenze stabilite dal ministero stesso – conclude Quici –. Scadenze da cui dipende il futuro di migliaia di medici, che non può continuare ad essere calpestato dalle Istituzioni con tale disinteresse".