Cagliari

Gloria Congiu, il calvario per combattere la leucemia: “Trapianto fatto, ora sono a casa. Scriverò un libro e il ricavato andrà in beneficenza”

“Mamma coraggio”, lei non si arrende e ringrazia le tantissime persone che le sono state vicine, in primis la sua famiglia

Gloria Congiu, il calvario per combattere la leucemia: “Trapianto fatto, ora sono a casa. Scriverò un libro e il ricavato andrà in beneficenza”

Di: Alessandro Congia


“Era il 25 maggio, dopo qualche giorno che curavo una tonsillite senza alcun risultato, decido di recarmi al policlinico vengo visitata dall’otorinolaringoiatra che conferma una tonsillite acuta, ripasso dal pronto soccorso per il foglio di dimissione e un giovane medico Dr. Luca Serchisu molto scrupoloso mi sottopone ad un emocromo, mi si avvicina e mi comunica che ci sono dei valori del sangue che non vanno bene, mi comunica subito che mi farà fare una consulenza ematologica al Businco, capisco al volo, pur non essendo esperta del settore che si tratta di qualcosa di molto serio”. 

Comincia così il racconto di Gloria, 38enne, la mamma ‘coraggio’ di cui il nostro giornale ha parlato nelle scorse settimane per il bellissimo gesto della figlia Elena, 13enne, che in primis aveva dedicato il suo esame di terza media al Convitto Nazionale e non ultimo un piccolo concerto con il magico suono delle launeddas alla madre malata di leucemia. Un gesto meraviglioso accompagnato anche dall’organetto e dai balli del gruppo folk San Sebastiano di Escalaplano tenutosi tra le corsie dell’Oncologico, dove Gloria era sottoposta al trapianto di midollo. 

Il dramma 

“Trasferita al Businco – racconta a Sardegna Live, Gloria Congiu - mi viene fatto un prelievo midollare che conferma una Leucemia Mieloide Acuta. Li con me ci sono mio marito Efisio, mio padre e mia comare Francesca. Mi si annulla tutto non capisco più niente.... vengo ricoverata in reparto al 6° piano e inizia da subito il duro percorso, chiedo un supporto psicologico che non arriverà mai perché a quanto pare la Asl dispone di una sola psicologa, capisco che devo reagire e lo devo fare da sola, penso continuamente alle mie bambine alla mia famiglia. Dopo due giorni dalla diagnosi arriva mio fratello Giuseppe, lui è carabiniere a Genova, l’arrivo di mio fratello mi da una carica incredibile – dice con occhi lucidi Gloria - lui è molto positivo e da subito mi aiuta a reagire. Non ho mai sentito mia questa malattia e come se fosse al mio fianco ma non dentro di me. Mi sono affidata tanto alla preghiera, ma ho anche cantato tanto e infermieri e Oss mi hanno sempre assecondata. Non ho mai versato una lacrima davanti alla mia famiglia, i momenti di paura gli riservavo alla sera quando ero sola ma duravano poco perché la voglia di vivere prevaleva su tutto. Il primo ricovero in isolamento è durato 38 giorni, da li si sono susseguiti altri due ricoveri di consolidamento di circa 25 giorni, nonostante l’isolamento non sono mai rimasta sola ho ricevuto sempre tantissimi messaggi, telefonate e diversi amici che venivano a trovarmi nel parcheggi del Businco e riuscivano a intravedermi dalla finestra”. 

L’affetto delle persone vicine 

“Ho avuto tantissime manifestazioni d’affetto che mi hanno fatto capire che forse non ho seminato poi così male nella mia vita. Prima del trapianto per una mia maggiore sicurezza ho voluto fare una consulenza a Genova al San Martino, ma ho capito subito che senza la mia famiglia  vicino non  sarebbe stata facile. Il 5 novembre  vengo ricoverata al centro trapianti del Businco, mi sento subito a mio agio il personale è fantastico. Il 14 novembre mi viene fatto il trapianto da donatore esterno, un animo nobile che con il suo altruismo mi ha salvato la vita. Continuò a sorridere sempre nonostante le giornate molto spesso siano accompagnate da dolori conseguenza delle dure terapie, ma lo devo alle mie figlie Elena che nonostante la mia malattia ha continuato con costanza a studiare e a raggiungere ottimi risultati e col suono delle sue launeddas mi ha sempre tirato su di morale, a Emilia che a soli 6 anni continuava a chiedersi il perché non fossi in casa ma sempre in ospedale e qui va un grazie particolare ai miei genitori, a mio fratello e a mia cognata nonché alla famiglia di mia cognata che hanno supportato le bambine nel migliore dei modi. A mio marito Efisio che non mi ha lasciato sola un solo istante. A tutto l’esercito di persone che mi hanno incoraggiato con messaggi, telefonate e con la loro costante presenza fisica”. 

Il libro, il ricavato delle vendite in beneficenza 

“Ho voluto documentare ogni istante della mia malattia perché credo che condividere un percorso come questo sia fondamentale per chi lo vive, ho promesso che scriverò un diario che raccolga tutto il mio percorso, il mio carissimo amico Giuliano Marongiu sempre presente dal primo istante della malattia, mi ha promesso che scriverà la prefazione, il ricavata verrà devoluto all’Associazione Italiana Leucemie. Vorrei ringraziare i carissimi amici Pierino Vargiu e Angela, il corpo di ballo del Gruppo Folk San Sebastiano di Escalaplano per la grande sorpresa ricevuta nel giorno dell’Immacolata in emozione indescrivibile. Dal 9 dicembre  sono a casa in isolamento ma circondata dagli affetti più cari e questa è già una buona premessa per una guarigione completa”.

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