Cagliari

Auchan-Conad, ancora dubbi e paure dei sindacati di categoria per il futuro dei lavoratori

Dati e numeri sui quali Cgil, Cisl e Uil nutrono numerose perplessità

Auchan-Conad, ancora dubbi e paure dei sindacati di categoria per il futuro dei lavoratori

Di: Alessandro Congia


I vertici della Cisl, Vincenzo Dell’Orefice e Davide Guarini, tracciano un resoconto dell'incontro odierno tra Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs con i rappresentanti del Gruppo Auchan e di Conad per riprendere il confronto in ordine al destino del compendio aziendale venduto dalla famiglia Mulliez alla società BDC Italia (costituita dallo stesso Consorzio Nazionale Dettaglianti e dalla società POP 18 S.a.r.l.).

Nel corso del confronto, è stato comunicato che il sistema Conad, oltre ai 109 negozi oggetto di trasferimento dal corrente mese di ottobre a marzo dell’anno prossimo, acquisirà soltanto altri 45 negozi (21 dei quali, peraltro, format di grandi dimensioni – 19 iper e 2 superstore, che saranno sottoposti a riduzioni medie del 30/50%, nei quali lavorano 3.989 dipendenti ed ulteriori 24 nei quali sono attualmente impiegate 715 unità). È stato, inoltre, comunicato che, nell’ambito del processo di semplificazione e rivisitazione della governance, entro il prossimo mese di novembre avverrà la fusione delle società Sma SpA, SGD SpA ed Erregest SpA in Auchan SpA.

"I 154 pdv suddetti, secondo le informazioni rassegnateci da controparte - dicono Dell'Orefice e Guarini - rappresentano il 56% della rete del Gruppo Auchan oggetto di acquisizione, occupano complessivamente 10.462 dipendenti e sviluppano il 66% dei ricavi complessivi delle imprese costituenti la succursale italiana della multinazionale francese. Sempre a detta di controparte, gli investimenti stimati per perfezionare la trasformazione della rete ex Auchan per gli operatori Conad ammonterà a 165 milioni di euro.

I rappresentanti aziendali ci hanno, inoltre, comunicato che per 31 pdv (con 317 dipendenti) sono in fase avanzata le trattative per la cessione - proseguono - che dovrebbe perfezionarsi entro il mese di novembre 2019, mentre per un ulteriore gruppo di 52 negozi (con 1.635 unità) non sono stati in grado di darci riferimenti né di tipo temporale e né di natura informativa rispetto all’andamento delle trattative con soggetti interessati, così come nulla ci hanno comunicato in ordine ad altri 32 pdv (con 2.207 dipendenti) che pure dovrebbero trovare un’integrazione diversa da Conad.

In riferimento alla parte della logistica, l’integrazione nel sistema Conad riguarderà in una prima fase le sedi di Chiari (BS), Grantorto (PD) e Melfi, mentre per le articolazioni operative laziali di Fiumicino e Santa Palomba sarebbero in corso delle valutazioni per definire un eventuale futuro passaggio.

Gli esuberi, scaturenti sia dalla maggiore incidenza del costo del lavoro sui ricavi rispetto al benchmark rappresentato da Conad che dalle operazioni di riduzione dimensionali dei format maggiori, ammonterebbero a 6.197 unità, che, tuttavia, sempre secondo la versione fornitaci dai rappresentanti Auchan, a seguito di operazioni di trasferimento di pdv e ulteriori attività non meglio specificate, dovrebbero attestarsi a 3.105 unità.

A questa platea di lavoratori va aggiunta quella, non definita, dei lavoratori coinvolti nei 3000 contratti di appalto, che corrono gli stessi rischi occupazionali. L’unico dato certo in questo ambito riguarda i 1222 lavoratori della logistica di cui oggi solo 560 hanno una prospettiva di garanzia occupazionale.

Le Organizzazioni sindacali ritengono del tutto inadeguato il contributo che il sistema Conad sarebbe disposto a dare per consentire la continuità occupazionale del personale a rischio, come hanno espresso preoccupazione per lo scarso apporto in termini di investimenti che la nuova proprietà di Auchan sarebbe intenzionata ad operare (2,4 mln di euro di cui 1,0 mln per le scontistiche e 1,4 mln per attività di marketing).

Peraltro, differentemente da quanto in precedenza sostenuto, il tempo di piano di 3/5 anni ha subito una forte contrazione: i nostri interlocutori di parte aziendale, infatti, ci hanno comunicato che l’operazione di conferimento della rete commerciale dovrà concludersi entro e non oltre il 2020, pena il rischio che l’andamento involutivo della gestione caratteristica comprometta i fondamentali economico-patrimoniali del Gruppo.

L’esito dell’incontro odierno, in virtù dei potenziali esuberi e del rischio di frammentazione della vertenza, ha rafforzato la scelta delle organizzazioni sindacali di non firmare l’accordo proposto durante il passaggio dei primi punti vendita e di richiedere un incontro al MISE con contestuale dichiarazione sciopero, mobilitazione a cui aderito la stragrande maggioranza degli addetti portando alla chiusura di numerosi punti vendita. Occasione che ha permesso di avere, se pur con molte parti ancora da verificare, la dimensione e la gravità del rischio occupazionale e di portarlo all’attenzione del Governo.

La Sottosegretaria Alessandra Todde, presente all’incontro, ha, infine, proposto di fare una prima verifica con l’impresa per avere chiarimenti sul piano e sui numeri presentati a cui seguirà un incontro con le organizzazioni sindacali e poi, sempre presso il MiSE, proseguire il confronto in ordine ai temi oggetto della presente.

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