Politica

Sardegna. Apertura discoteche, parla l’infettivologo Vella: Nessun parere positivo

“La mia mail? Riduzione del danno di una scelta politica già presa"

Sardegna. Apertura discoteche, parla l’infettivologo Vella: Nessun parere positivo

Di: Redazione Sardegna Live


"Guardi, non posso parlare molto perché c'è un'indagine in corso", esordisce il famoso infettivologo romano (è stato anche presidente dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco). "Però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Nè tantomeno un parere positivo all'idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull'isola. Io parlavo solo a titolo personale".

A parlare è l’infettivologo Stefano Vella, uno dei quattro componenti del Cts chiamati ad aiutare la Regione nella gestione della pandemia. L’esperto, contattato dal quotidiano La Repubblica parla della mail inviata all’assessore Nieddu e al direttore generale della Sanità.

Il testo della mail. “Caro Marcello, ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu, ma a lui e me va bene. Perché son solo all’aperto, ed è inevitabile e necessario che riaprano. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine, che andranno rinforzati”.

“E però nella mail c'è una sorta di approvazione, seppur a titolo personale”, chiede Repubblica all’infettivologo che risponde: "Ho dato l'ok solo al testo dell'ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L'ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa". C'è però quel passaggio controverso, che recita: "è inevitabile e necessario che riaprano". Ribatte Vella: "Intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi".

L’esperto, si legge sempre su Repubblica.it aggiunge anche un altro particolare: "Nella mail scrivo che avevo parlato col professor Sotgiu, ma in realtà lui non era riuscito neanche a leggere la bozza dell'ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni".

 

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