Il campo largo in Sardegna, dopo la vittoria conquistata alle regionali, scommette di nuovo sull'alleanza fra centrosinistra e M5S e si presenta unito alle amministrative dell'8 e 9 giugno sotto il nome di Massimo Zedda, in quota Progressisti.
Classe 1976, con alle spalle il governo della città dal 2011 al 2019, Zedda scende in campo dopo cinque anni da consigliere regionale all'opposizione durante la giunta Solinas, e intervistato da Sardegna Live racconta i suoi progetti per il futuro di Cagliari e della città metropolitana .

Sanità: è di pochi giorni fa la notizia di un'altra manifestazione di parte del personale dell'ospedale Brotzu. Gli operatori sono in sofferenza e così il sistema cittadino e regionale. I cittadini lamentano disservizi e mancanza di medici e pediatri. Che lavoro si prefigge di portare avanti, magari anche di concerto con la Regione?

“Il tema della sanità, relativamente agli ospedali e all'organizzazione del lavoro e il peso che sopportano infermieri, operatori socio-sanitari e medici è di stretta competenza regionale. So che la Presidente della Regione, con la quale ho parlato, ha la consapevolezza e la perfetta conoscenza della drammaticità di quanto ereditato. Abbiamo anche discusso di alcune soluzioni, come case della salute e presidi territoriali, e parlato dell'utilizzo delle tante risorse non spese dai Comuni per quanto riguarda le politiche sociali a causa di una mancata condivisione di scelte e di obiettivi, negli ultimi cinque anni, con la Regione. I Comuni sono stati abbandonati, non son state abbandonate solo le persone, i sardi. Lavoreremo per garantire un coordinamento costante tra Regione, Comune di Cagliari, sistema dei Comuni della città metropolitana e Anci”.

Lei ha parlato di sblocco degli aiuti economici per i nidi, risorse per le giovani coppie. C'è anche un problema però di posti disponibili, soprattutto per quanto riguarda i bambini da 0 a 2 anni. Progetti?

“Negli ultimi cinque anni a Cagliari città non è stato aperto nessun nuovo asilo. I bonus nido, come aiuto alle famiglie, sono bloccati da gennaio. Bisognerà immediatamente terminare i lavori per quanto riguarda la scuola Mereu, sotto Castello. Riaprire, anche come possibilità di servizio esterno, il nido della città metropolitana e potenziare il sistema dei nidi in generale, in modo tale da raggiungere un livello percentuale molto più alto rispetto a quello attuale. Facemmo degli interventi a suo tempo su questo, interventi che sono rimasti bloccati. Si parla tanto di famiglia ma poi alla fin fine non si attivano politiche che possano aiutarle. Occorre potenziare il sistema perché possano essere rese operative le attività extrascolastiche, soprattutto quando le scuole sono chiuse e molti genitori di bambini, in particolar modo degli asili e delle scuole elementari, non sanno come fare e devono rivolgersi o ai nonni o a strutture private.

Trasporti e sostenibilità, ma anche strade e problema parcheggi. Cosa aspettarci?

“Io uso la moto, ormai è diventato un pericolo percorrere le strade. Innanzitutto, tra le priorità è sotto gli occhi di tutti la necessità di interloquire immediatamente con le imprese per quanto riguarda i lavori di viale Trieste, via Roma e la metropolitana leggera che ha come stazione appaltante l'Arst, per accelerare il più possibile i lavori e determinare anche una riqualificazione dei luoghi interessati dal passaggio del mezzo, cosa che non sta avvenendo. L'altra questione è quella legata ai progetti: abbiamo dialogato con la Regione perché uno degli aspetti di maggior sofferenza ormai è il fronte di via Roma, di viale Trieste, per l'apertura dei parcheggi di proprietà regionali e l'adeguamento dei parcheggi di proprietà comunale, quindi i posteggi degli assessorati - per intenderci, assessorato alla Sanità, assessorato al Turismo -, i lavori immediatamente da attivare in via Caprera e poi la riapertura di via Cesare Battisti di proprietà del Comune in questo caso, che è stato chiuso negli ultimi anni. Serve, inoltre, un piano per la viabilità e il potenziamento del servizio di trasporto pubblico, fortemente richiesto anche dalle giovani generazioni, soprattutto relativamente a un'estensione delle tratte durante la notte. Ricordo anche la necessità dell'ultimazione dei progetti che non sono stati portati a termine come viale Marconi, come il sistema di connessione tra il quartiere del Sole, quartiere La Palma e la zona dell'Amsicora, via della Pineta, il sistema di eliminazione dei semafori in viale Poetto e in viale Diaz con rotatorie, in prossimità del Largo Carlo Felice, quindi una serie di cambiamenti che avrebbero dovuto agevolare la viabilità e che sono stati bloccati, con alcune azioni che hanno addirittura stravolto la circolazione. Infine, la manutenzione. Si è smesso di fare manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi, le strade sono stracolme di buche, sono piene di voragini. Per la posa del manto stradale e la sistemazione dell'asfalto non hanno previsto il posizionamento alla stessa altezza dei tombini, quindi ogni tombino è diventato un buco pericolosissimo soprattutto per chi usa le due ruote”.

La nascita spontanea in città di iniziative culturali che vedono la partecipazione di giovani e meno giovani denota fame di stimoli. Che risposta darà la sua amministrazione?

“C'è una domanda legata al ripristino dei fondi per quanto riguarda le attività culturali, di spettacolo, di animazione turistica, economica e sociale che sono stati tagliati in questi anni, in molti casi concentrati su iniziative singole che poi non hanno prodotto risultati diffusi nel territorio. Basti pensare che quest'anno Monumenti Aperti si è svolto in tutta Italia tranne che a Cagliari, dove è stato inventato, perché? Per l'assenza di finanziamenti. Non dimentichiamo il problema di spazi legato alla chiusura di una serie di aree pubbliche che un tempo venivano utilizzate come luogo di spettacolo per il cinema, per il teatro, per le arti visive in generale. Teatro Civico di Castello di Piazzetta Dettori, Teatro della vetreria di Pirri, giusto per citarne alcuni, per non parlare della sistemazione di un mercato provvisorio, quello di San Benedetto, al Parco della Musica, privando anche il Teatro Lirico di una zona all'aperto. Abbiamo l'esigenza che il Comune riprenda a fare manifestazioni culturali, di spettacolo, mostre di livello nazionale e internazionale, più un'ulteriore esigenza di avere gli spazi nei quali ovviamente poter organizzare questo tipo di eventi”.

Stando ai dati del 2023, con Cagliari all'88° posto per numero di denunce, poco oltre le 2500, contro le 7000 di Milano e circa mille più di Oristano - tra le zone più sicure d'Italia - non si può dire che il capoluogo sia tra i centri più pericolosi del Paese. Ma la percezione a volte non è questa. Cosa ne pensa?

“Non bisogna sottovalutare gli episodi che sono accaduti, nel senso che sì i reati più gravi, quelli legati agli omicidi, per fortuna stanno diminuendo, c'è un calo in tutta Italia ed è un calo progressivo dagli anni '80 a oggi, a differenza di altre realtà del mondo, d'Europa, ma l'episodio dell'altro giorno con l'omicidio di un uomo di 37 anni è un elemento di una gravità inaudita, parrebbe poi essere indagato un ragazzo di 19 anni e quindi si aggiunge una situazione di disagio giovanile, di violenza che deve determinare immediatamente una risposta in termini di presidi di sicurezza a garanzia delle cittadine e dei cittadini. Parallelamente serve agire sull'istruzione, sull'educazione direttamente nelle scuole”.

Cosa rappresenta per lei Cagliari?

“Cagliari è il luogo dove ho deciso di vivere, nel quale vorrei che tante ragazze e ragazzi potessero decidere liberamente di vivere senza essere obbligati a partire per cercare occupazione, vale per Cagliari, vale per la Sardegna. Cagliari per me è una città di straordinaria bellezza, che ha però bisogno di interventi legati al miglioramento delle condizioni di vita quotidiana, dalla pulizia, alla manutenzione, al miglioramento dei servizi pubblici, ma ha anche necessità di sviluppo tecnologico, ricerca scientifica, attività del mare e di nautica, culturale, convegnistica, creazione di comunità energetiche che possano anche essere luogo di sperimentazione per abbattere i consumi per le persone che vivono qui, senza dimenticare le attività economiche che operano nel capoluogo”.