Sassari

Ospedale SS Annunziata, dura accusa di Manca: “Le procedure anti-Covid ancora non vengono rispettate”

La capogruppo del M5S: “Ispezione inquietante, il virus entra ancora dalla porta principale”

Ospedale SS Annunziata, dura accusa di Manca: “Le procedure anti-Covid ancora non vengono rispettate”

Di: Redazione Sardegna Live


“Al pronto soccorso dell’Ospedale SS Annunziata di Sassari, ancora oggi, a due mesi dall’esordio dei contagi e nonostante le nuove direttive impartite dalla direzione sanitaria, il coronavirus continua a fare il suo ingresso dalla porta principale. Ieri – racconta la capogruppo del m5s Desirè Manca – in qualità di consigliere regionale della Sardegna ho chiesto e ottenuto di poter effettuare un’ispezione all’interno dell’ospedale sassarese. Pertanto, accompagnata dal direttore sanitario della struttura, ho potuto appurare personalmente che le nuove direttive, divulgate proprio a seguito dei recenti casi di pazienti positivi per cui non si era atteso l’esito del tampone, non solo non vengono rispettate, ma risultano poco chiare e per niente adeguate alla creazione di percorsi Covid- free, di aree realmente “sicure”, e all’azzeramento del rischio contagio a partire dal viaggio del paziente in ambulanza, durante l’attesa dell’esito del tampone, sino all’eventuale ricovero in reparto”.

Questo il duro intervento della capogruppo del m5s Desirè Manca, che, dopo il sopralluogo di ieri al Pronto soccorso del SS Annunziata ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale per chiedere all’assessore alla Sanità Nieddu "se sia a conoscenza del ripetersi di situazioni ad alto rischio all’ospedale Civile".

“Durante la visita di ieri – prosegue Desirè Manca – ho potuto verificare che, nonostante le nuove direttive comunicate dalla direzione sanitaria per cui tutti i pazienti in attesa di ricovero devono essere trattati come potenziali positivi ed essere sottoposti a tampone, gli stessi non venivano sottoposti al test ma soltanto ad una semplice procedura di rilevazione della temperatura corporea. Nessuno dei pazienti in attesa di ricovero con cui ho parlato era stato sottoposto a tampone. Tutto ciò è inspiegabile e assurdo. Quindi, non solo non è vero che vengono eseguiti i test, ma non esiste nemmeno una “zona grigia” (sicura) in cui il paziente che presenta dei sintomi possa attendere l’esito del tampone senza entrare in contatto con altri pazienti”. 

“Mentre mi trovavo al Pronto soccorso - prosegue la capogruppo – è arrivata un’ambulanza del 118 con a bordo una donna, e ho notato che gli operatori erano sprovvisti di adeguati dispositivi di protezione personale. Se, come dichiarato dalla direzione sanitaria, a Sassari ogni paziente viene trattato come potenziale Covid, com’è possibile che gli operatori del 118 non fossero adeguatamente protetti con apposite tute e visiere anti Covid, ma indossassero soltanto guanti e mascherina chirurgica?”.

“A seguito di questo episodio allarmante, ho chiesto ulteriori spiegazioni e mi è stato risposto che la paziente era già stata sottoposta a quattro tamponi risultati negativi, ma poi è stata accompagnata nella “zona rossa” dedicata ai sospetti”.

“L’impressione – sottolinea la consigliera regionale – è che neanche gli stessi operatori sanitari sappiano come comportarsi e quali procedure seguire. Sono già stata accusata da diversi esponenti della Lega vicini al governo regionale di aver riportato falsità per aver denunciato come stanno realmente le cose, e per aver portato la popolazione a conoscenza di diversi episodi allarmanti che stanno continuando a verificarsi nell’ospedale della Provincia più colpita dal coronavirus di tutto il territorio regionale”.

“Nonostante le critiche e le accuse rivoltemi – conclude Desirè Manca - ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore alla Sanità per sollecitare un intervento immediato affinché le storture nelle procedure di accesso al Pronto Soccorso vengano corrette. Dobbiamo garantire ai pazienti di poter accedere all’ospedale in totale sicurezza. I dubbi sulle procedure da seguire e l’esposizione al rischio contagio non sono ammessi in questa fase. Una fase che dev’essere governata dall’esperienza e orientata alla ripartenza di una Sardegna che ha già sofferto troppo”. 

 

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