Cagliari

Coronavirus. Mauro Pili: “Arrivo indiscriminato in Sardegna, far capire a questi signori che non sono in vacanza”

Il leader di Unidos: “Mettere subito in campo una task forze multiforze”

Coronavirus. Mauro Pili: “Arrivo indiscriminato in Sardegna, far capire a questi signori che non sono in vacanza”

Di: Antonio Caria


“In Sardegna nei 14 giorni precedenti alle ordinanze tardive della Regione sono arrivate 11 mila persone provenienti dalle zone rosse. Un dato impressionante che ha praticamente censito con l'autodenuncia le persone che hanno fatto ingresso in Sardegna dalle zone rosse”.

È questo il pensiero del leader di Unidos, Mauro Pili, che aggiunge: “Dopo il pasticcio dell'ordinanza regionale estesa a tutti gli arrivi in Sardegna da ogni angolo d'Italia e poi modificata nella tarda serata di ieri, contemplando per i 14 giorni pregressi solo quelli provenienti dalle originarie zone rosse, i numeri hanno prodotto comunque un numero imponente di autodenunce”.

“La domanda è semplice – rimarca Pili – : per qual motivo non ci si è posti il problema dell'arrivo dalle zone rosse già 14 giorni fa evitando che ne arrivassero a migliaia? Negligenza, superficialità o sintonia politica? La realtà è che secondo i dati della protezione civile ci sono 11 mila persone che hanno l'obbligo di mettersi in isolamento fiduciario per 14 giorni”.

“Per tutte queste persone sono, dunque, – aggiunge – vietati spostamenti e viaggi nel territorio regionale, ad eccezione del tragitto strettamente necessario a lasciare stabilmente l'Isola, che deve comunque essere effettuato muniti di necessari dispositivi di protezione individuale per la prevenzione di eventuali contagi. I conviventi dei soggetti in permanenza domiciliare con isolamento fiduciario dovranno attenersi anche loro alle rigide condotte prescritte dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità”.

“Secondo l'ordinanza regionale quei vacanzieri dalle zone rosse hanno – specifica Pili – anche l'obbligo di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale, (altra incongruenza, visto che sono fuori dalla loro residenza) così come al pediatra di libera scelta o all'operatore di sanità pubblica del servizio territorialmente competente, quindi intasando le strutture sarde già sovraccariche di lavoro”.

“Per capire il disastro gestionale di queste 11 mila persone in quarantena occorre pensare al fatto che dovranno rimanere raggiungibili – così Pili – per ogni eventuale attività di sorveglianza, condizione che appare ad oggi solo utopistica, visto che non sembra esserci un'organizzazione in grado di svolgere tale monitoraggio”.

“Dunque, se non si mette subito in campo una task forze multiforze – conclude – non si riuscirà a tenere sotto controllo una situazione sulla quale non sono ammesse altre falle. È stato commesso il gravissimo errore di farle arrivare, si attivino ora reali azioni di sorveglianza attiva su comportamenti e atteggiamenti. Bisogna far capire a questi signori che non sono in vacanza”.

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