Alghero

L’allarme di “Noi con Alghero”: “Sanità algherese al collasso”

Il coordinamento: “Nieddu metta da parte i tentennamenti e decida per il bene dei sardi”

L’allarme di “Noi con Alghero”: “Sanità algherese al collasso”

Di: Antonio Caria


Dura denuncia del coordinamento della Lista Civica “Noi con Alghero” che sottolinea come“La situazione della Sanità Algherese sia arrivata al collasso”.

“La nostra sanità – aggiungono – soffre e purtroppo non da oggi, i problemi arrivano da lontano, da anni di inerzia politica. I problemi strutturali vanno risolti nell'attesa del nuovo ospedale, di cui si deve prevedere concretamente la realizzazione. I problemi organizzativi devono essere risolti con impegno e in tempi brevi.

Il loro auspicio che si arrivi all’approvazione del disegno di legge di “Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia”

Noi con Alghero esprime preoccupazione per diversi motivi: “Il primo – sottolineano – per non dimenticare quando l'Ats Sardegna Direzione Assl di Sassari, invio a metà agosto del 2017 con protocollo 69681 , ai Direttori del P.O. di Alghero, la comunicazione ufficiale che a far data dal 1 Settembre 2017 il trasferimento di tutta l’attività di ortopedia e traumatologia presso l’Ospedale Civile di Alghero. Con questa comunicazione la Giunta di Pigliaru distrugge oltre 104 anni di storia sanitaria nel complesso dell’Ospedale Marino di Alghero, ci aveva tentato la Asl 1 a guida Giannico nel 2014 a dismettere il complesso ospedaliero e metterlo fra le strutture alienabili, cioè vendibili, anche allora vi fu la sollevazione popolare e una forte presa di posizione dell’amministrazione comunale e la decisione fu revocata ma nonostante ciò Moirano e il Pd diedero il colpo mortale alla struttura Algherese”.

“Infatti – proseguono – negli ultimi 5 anni abbiamo assistito alla riduzione dei posti letto dell’ortopedia che da 58 sono passati a 21, adesso lo smantellamento e trasferimento al vecchio Ospedale Civile, di cui nulla può evocare una struttura che si rispetti, nulla può far sperare una minima parvenza di sanità o di assistenza, nulla è dedicato ma tutto è promiscuo".

“Temiamo – questa la loro denuncia – che il futuro del Marino sia poco consono all’economia sanitaria Sarda e molto “proficuo per pochi”. Insomma delle tre sale operatorie del marino, le uniche con certificazione, con questa operazione due verrebbero chiuse e solo una resterebbe funzionante per l’oculistica. Insomma con questa decisione si ritornerà indietro di 50 anni, dove le sale operatorie del civile saranno affrancate con quelle di Chirurgia per Ortopedia, dove il personale sarà promiscuo. Insomma una decisione che nulla avrebbe avuto a che vedere con un miglioramento della qualità dei servizi sanitari offerti, dove oggi il Marino è l’unico Ospedale che ha le Sale Operatorie a norma ed i requisiti per l’accreditamento, con questa decisione lo hanno distrutto”.  

A loro modo di vedere è “Un fatto questo che non può passare inosservato, Alghero oggi non può permettersi un ulteriore arretramento, consapevoli che la riforma sanitaria attuata dalla Giunta Pigliaru che sta producendo solo un notevole impoverimento sui territori di strutture e di assistenza sanitaria. L’altra preoccupazione è in ordine ai tempi di realizzazione ed attuazione del riordino del sistema, rispetto ai quali la nuova Giunta, solo in seguito all’entrata in vigore della legge, procederà alla nomina di otto commissari, ai quali sarà affidata la delega di predisporre entro il 30 settembre 2020, un piano di riorganizzazione e riqualificazione dei servizi, redigendo uno specifico progetto di scorporo ed incorporazione delle attività da trasferire alle costituende Aziende sanitarie locali, che dovrebbero insediarsi a tutti gli effetti al 01 gennaio 2021”.

“Condividiamo quindi – rimarcano – il superamento dell’azienda unica regionale (ATS), tuttavia però ed in attesa che il processo di riforma si porti a compimento, le forti carenze e criticità organizzative che in tutti questi anni hanno determinato nei fatti l’impoverimento di tutto il sistema, in particolare nel Sassarese dove abbiamo e stiamo assistendo ad un progressivo depotenziamento delle strutture ospedaliere e dei servizi distrettuali, vedi il caso del presidio unico di area omogenea di  Alghero ed Ozieri, ma anche dell’Azienda ospedaliero universitaria, è necessario che l’Assessorato, in raccordo con le Direzioni delle aziende, fronteggi alcune situazioni emergenziali, in modo tale da scongiurare l’ipotesi di chiusura di servizi ed unità operative, rinforzando gli organici ridotti all’osso attraverso un piano assunzionale di personale sanitario ed amministrativo che permetta di assicurare e governare al meglio l’assistenza ospedaliera e distrettuale”.  

La loro richiesta è quella della riapertura immediata delle Sale Operatorie del Marino “Mettendo da parte le beghe tra Primari” e riportare dal Civile Ortopedia e Traumatologia e sala Gessi al Marino e “Ridare al glorioso Ospedale la funzione ospedaliera specialistica in Riabilitazione e Fisiterapia”.  

“L’apertura del Servizio di Medicina dello Sport – questo il loro punto di vista – che si occupa di tutelare la salute di coloro che ,a qualsiasi età, svolgono o intendono svolgere un’attività fisica e/o sportiva in forma organizzata e non, dove la prevenzione in ambito sportivo con una visione diversa dello sport può portare a risparmi incredibili. Tante le tematiche che possono essere legate al Servizio di Medicina Sportiva: Alimentazione , Prevenzione Devianze, Certificazione per le Scuole, Certificazioni Sportive per diversamente Abili. Oggi ad Alghero vengono effettuate da un unico Medico Sportivo circa 4.000 visite con un Cardiologo che ha pochissime ore a disposizione”.

“Il trasferimento al Marino di tutte queste competenze restituirebbe all’intera collettività dell’area vasta – concludono – quelle competenze di altissimo livello che hanno fatto del Marino e dei suoi operatori un polo di eccellenza per Ortopedia e traumatologia. Chiediamo all’Assessore Nieddu di mettere da parte i tentennamenti e decidere per il bene dei sardi, magari trasferendo ad altri incarichi chi pensa alla sua carriera e non al bene della collettività”.

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