Cagliari

No della Consulta al referendum sulla legge elettorale. Progressisti: “Cronaca di un fallimento annunciato”

I Consiglieri regionali: “Il testo leghista era scritto male”

No della Consulta al referendum sulla legge elettorale. Progressisti: “Cronaca di un fallimento annunciato”

Di: Antonio Caria


“Lo avevamo pronosticato in Aula: il referendum voluto dalla Lega Nord e patrocinato dal Presidente della Regione è stato cassato dalla Consulta. Chi parla di “democrazia negata” o non sa o fa finta di non sapere, fornendo solo un ulteriore esempio del pressappochismo con cui governa la cosa pubblica”. 

È questa la posizione dei Consiglieri regionali dei Progressisti intervenuti sulla bocciatura, da parte della Consulta, della proposta di referendum per l’abolizione del proporzionale.

“Dovrebbero piuttosto chiedere scusa per il tempo fatto perdere al Consiglio regionale che per tre sedute ha dovuto discutere di questo tema. Prima per richiedere il referendum e poi, in altre due occasioni, per tentare di correggere i pasticci contenuti nel primo testo”, hanno aggiunto.

“L’Aula –  a loro modo di vedere – lavora pochissimo: si è riunita tre volte a novembre e tre a dicembre mentre per il mese di gennaio, complici le “meritate” vacanze, è prevista una sola riunione, convocata peraltro dalla minoranza sui temi di continuità territoriale e entrate. Il poco tempo che si trascorre in Consiglio è tutto fuorché produttivo, visto lo scarso numero di leggi approvate, l’alto numero di impugnazioni e il modo non più tollerabile con cui si stanno decidendo le priorità per l’Isola”.

“La decisione della Consulta – hanno sottolineato i Progressisti –  era inevitabile: il testo del referendum leghista era scritto male e presentava errori non sanabili in alcuna maniera che avevamo puntualmente sottolineato in Aula il 25 novembre, giorno dell’approvazione della richiesta da parte del Consiglio regionale. Se il Presidente e la sua maggioranza ci avessero ascoltato, si sarebbe sicuramente risparmiato una brutta figura, l’ennesima, alla nostra Regione”. 

“Ma il prestigio della Sardegna –  hanno concluso i Consiglieri –  non sembra interessare alla maggioranza a cui importa solo di mostrarsi più realista del re davanti a chi, dal nord, detta l’agenda e i tempi del consiglio regionale e impone i suoi uomini nei posti di sottogoverno. Quanto avvenuto in merito al referendum è solo uno dei tanti esempi, probabilmente il più innocuo, degli effetti nefasti che sta avendo nell’isola l’abbraccio mortale con la Lega”.

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