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Pittalis (Fi): “Se vinciamo, il prossimo ministro per il Sud sarà un sardo”

L’avvocato nuorese candidato alla Camera: “Abbiamo la chiave per portare la Sardegna fra le regioni più avanzate d’Europa”

Pittalis (Fi): “Se vinciamo, il prossimo ministro per il Sud sarà un sardo”

Di: Pietro Lavena


Pietro Pittalis, avvocato nuorese, 64 anni, deputato di Forza Italia. È candidato alla Camera come capolista del collegio proporzionale in Sardegna col partito di Berlusconi.

Berlusconi presenta Forza Italia come unico orizzonte possibile per i moderati. È davvero così?

"È assolutamente così. La storia del nostro partito è nota a tutti: è una storia che va avanti da 30 anni ed è una storia di coerenza e idee chiare. Sebbene in tanti oggi cerchino di imitarci, Forza Italia ha un’identità precisa ed è garanzia di stabilità per tutti quegli italiani moderati che credono nei valori liberali, europeisti e atlantisti sul solco dei quali abbiamo camminato da sempre insieme al presidente Berlusconi."

Qual è il ruolo di Forza Italia all’interno della coalizione di centrodestra?

"Forza Italia ha e avrà un ruolo chiave. Per tutti i motivi sopra elencati abbiamo l’onere di rappresentare una parte importante dell’elettorato e sono certo che gli italiani esprimeranno la propria fiducia nei nostri confronti. La coalizione stessa è coesa e unita grazie a Forza Italia e alla determinazione e lungimiranza di Silvio Berlusconi che ha immaginato per primo il centrodestra unito."

Nelle scorse settimane si è parlato di un possibile ministro per il Sud sardo.

"Il presidente Berlusconi conosce le criticità dell’isola e il gap infrastrutturale da colmare rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Sono certo, lo ha dichiarato lui stesso, che abbia chiara l’opportunità di porre un esponente della politica sarda alla guida del Ministero per il Sud. Una scelta di questo tipo avrebbe ricadute positive concrete e tangibili per la nostra Regione. I fondi del Pnrr potrebbero essere sfruttati in maniera ancor più efficace per favorire nuove infrastrutture e per rilanciare le aree dell’Isola dove si registrano le principali emergenze come quella di Porto Torres-Sassari, ma anche quelle del sud e centro Sardegna."

Qual è la sua ricetta per una Sardegna più competitiva?

"La Sardegna deve tornare a contare nell’agenda politica nazionale, così da potersi confrontare alla pari con le regioni più avanzate d’Europa. Non è più ammissibile che la si consideri fanalino di coda. Grazie al lavoro dei Riformatori Sardi si è ottenuto il fondamentale riconoscimento dell’insularità in Costituzione. Ora bisogna insistere per garantire il diritto alla continuità territoriale. La Sardegna deve diventare zona franca e per questo ci impegneremo nella prossima Legislatura."

Quali proposte in ambito occupazionale?

"Non è possibile mantenere un livello di fiscalità come quello attuale. E' nostra intenzione promuovere lo sgravio fiscale e contributivo per sostenere le aziende nelle nuove assunzioni. Non siamo contrari al reddito di cittadinanza, ma crediamo che vada riprogrammato a favore di chi davvero non riesce a trovare un posto di lavoro. Guardiamo alle fasce deboli che purtroppo aumentano. Per Forza Italia è prioritario far sì che non vi siano persone costrette a sopravvivere, per questo le pensioni minime andranno portate a mille euro. Vogliamo dare all’Italia un’iniezione di speranza, fiducia e benessere."

Emergenza sanità, quali chiavi per risolvere le criticità nell’Isola?

"La situazione della sanità in Sardegna è complessa. I reparti chiudono, manca il personale, le liste di attesa sono lunghissime. Tante le cause: il numero chiuso in Medicina che per noi va abolito, la carenza di borse di studio per specializzandi, la spesa sanitaria nazionale piuttosto rigida su questo fronte. È anche vero che nella nostra regione Pigliaru e Arru hanno compiuto clamorosi errori. La Giunta Solinas ha riportato la sanità nei territori ridando smalto alle aziende sanitarie locali. Ma bisogna lavorare ancora perché queste diventino il fulcro dell’organizzazione sanitaria: la riforma va portata avanti e completata. Una cosa è certo: io sto sempre dalla parte dei cittadini e non dalla parte della politica."

Il tema della giustizia è al centro del vostro programma.

"La giustizia italiana è stata amministrata disastrosamente negli ultimi anni. Noi vogliamo affermare oggi più che mai il principio della presunzione di innocenza, della ragionevole durata del processo e della chiarezza delle norme, e soprattutto l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. È di fondamentale importanza garantire la separazione delle carriere. I giudici devono esercitare la propria funzione operando in nome del popolo italiano e non delle ideologie. Il sistema della prescrizione sia rivisto e prevalga la civiltà giuridica. Infine, sia introdotto il principio della responsabilità civile per i magistrati."

Come immagina il Governo che condurrà l’Italia verso il 2025 e oltre?

"Al di là dei sondaggi che danno il centrodestra in nettissimo vantaggio, sarà necessario garantire al Paese un governo di altissimo profilo capace di cogliere le importanti opportunità che vengono dall’Europa in questo frangente. Il 25 settembre possiamo archiviare oltre dieci anni di governo delle sinistre e del Movimento 5 Stelle che hanno creato solo problemi al paese. Ci sono le condizioni perché sia una stagione politica di rilancio e sviluppo. Noi siamo certi di poterne essere protagonisti seguendo tre direttrici: libertà dall’oppressione fiscale, libertà dall’oppressione burocratica e dall’oppressione giudiziaria."

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