La coalizione di centrodestra "non può reggere, si detestano. Il rischio vero è lo sfascio, non il fascio". Lo ha sostenuto Carlo Calenda a Rtl 102.5. "C'è poca voglia di governare. La Meloni è nervosissima, arrabbiata con tutti. Se sai che stai coronando un percorso sei rassicurante - ha continuato Calenda - non fai una campagna di aggressività". E ancora: "Salvini c'è stato al governo, ha levato il canone Rai? Se uno ha promesso la flat tax e non l'ha fatta, se ha detto che avrebbe cacciato 500mila irregolari e ne ha cacciati meno di Alfano, se dice togliamo il canone Rai sta promettendo una ca.....ta. Possiamo dire così?".

Su Draghi che ha escluso categoricamente un secondo mandato, Calenda ha detto: “Sì me l'aspettavo. Io penso effettivamente che Draghi non voglia stare la, però, esattamente come è accaduto con Mattarella che non voleva fare il presidente della Repubblica, se richiesto rimarrà per il bene del Paese. Dopodiché il lavoro che stiamo facendo noi è un lavoro che va oltre questo: ok, noi vogliamo Draghi, ma possiamo anche ragionare sul fatto di spezzare questi trent'anni di urla e rumore, fascisti, comunisti, destra e sinistra? Possiamo usare quel metodo che è capace di dire sì al salario minimo, perché nessuno dovrebbe lavorare sotto i 9 €, ma rivediamo il reddito di cittadinanza perché chi rifiuta un'offerta di lavoro lo deve perdere. Si fanno gli investimenti green? Certo, ma al contempo si deve fare il rigassificatore di Piombino. Cioè un'agenda che sia fondata sulle cose da fare, non sulle etichette”.