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"Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza". Lo ha detto il premier Mario Draghi che dopo il faccia a faccia con Conte, durato circa un'ora e mezzo, è salito al Quirinale per informare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul dossier spese militari.
Dall’altra parte, invece, il leader del Movimento 5 stelle, dopo l'incontro con Draghi a Palazzo Chigi, ha risposto così a chi gli domandava se nel Documento di economia e finanza (Def) verrà inserito l'aumento delle spese militari: “Ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico".
Si è aperta la crisi? Ospite a Di Martedì, Conte ha detto: "Come si può parlare di crisi di governo? Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno".
Nel frattempo, Matteo Renzi sui social ha commentato il braccio di ferro tra i due: “Draghi è uno statista, Conte è un populista. Noi stiamo con Draghi, noi stiamo con l’Italia”.
Intanto, il documento di economia e finanza, inizialmente previsto in Cdm giovedì, arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi solo il 5 o il 6 aprile, dopo la messa a punto del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Come spiega l’Ansa, per stilare previsioni più accurate si è deciso di attendere il dato Istat sul Pil che sarà diffuso martedì prossimo. Ma lo slittamento a questo punto serve anche a stemperare l'accesso clima politico sull'aumento delle spese militari.