Cagliari

Il Presidente del Consiglio Michele Pais (Lega) usa il campanaccio in Aula: “E’ necessario ricordare la battaglia dei pastori”

"A questo mondo vorrei poter guardare con gli occhi di mio figlio, vorrei essere un protagonista attivo di quel futuro che lui sogna con tante speranze e solide ambizioni"

Il Presidente del Consiglio Michele Pais (Lega) usa il campanaccio in Aula: “E’ necessario ricordare la battaglia dei pastori”

Di: Redazione Sardegna Live


Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna Michele Pais (Lega) durante il suo discorso di insediamento di questa mattina in Aula ha toccato alcuni temi chiave che riguardano la Sardegna. 

In apertura ha citato Grazia Deledda: "Noi siamo sardi siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri" che per secoli è stata però terra di conquista e di dominazioni ma anche e soprattutto di resistenza, di ribellione, di riscatto. Mi piace utilizzare le parole della più famosa tra le scrittrici sarde e dell’unica italiana a vincere il premio Nobel per la letteratura, per ricordare a tutti noi che siamo anche il prodotto di tante culture e di mescolanze che hanno arricchito e dato un colore multiforme alla nostra esistenza".

Il Presidente, per ricordare la battaglia dei pastori, ha sostituito la campanellina d’argento con il campanaccio tipico che si appende al collo degli ovini. 

"Ed è proprio per ricordare la battaglia dei pastori che oggi in Aula nello scranno del presidente la campanellina d’argento è sostituita dal campanaccio tipico che si appende al collo degli ovini. Il tintinnare di questa campana vuole significare l’urgenza di dare la sveglia a chi deve rimettere in moto il comparto primario dell’economia isolana e a rilanciare l’agricoltura come settore fondante le politiche di crescita nella nostra Regione".   

"E il concetto si rafforza quando i numeri del fenomeno dello spopolamento ci ricordano un’altra emergenza che deve essere affrontata con immediatezza, determinazione e competenza, non fosse altro perché si stima che nel volgere di qualche lustro saranno non meno di trenta i Comuni sardi che cesseranno di esistere e nel frattempo in 304 comuni su 377 i decessi sono destinati a superare le nascite".

Il rilancio della specialità della Regione Sardegna è fra le priorità della XVI legislatura elencate oggi dal presidente dell'Assemblea Pais. In quanto "espressione del piu' grande partito federalista italiano guidato da Matteo Salvini", ha ricordato il primo presidente leghista della storia dell'autonomia sarda, Michele Pais ha offerto la sua "collaborazione per un confronto con lo Stato per vedere riconosciuti alla Sardegna poteri e funzioni necessari per vincere sfide politiche e sociali del nostri tempi".

Ai colleghi in Aula il presidenti ha poi lanciato un invito a una "straordinaria compattezza perche' un nuovo statuto e una nuova legge statutaria e nuova legge elettorale non restino nel paragrafo degli auspici e dei buoni propositi". Pais ha poi richiamato la necessita' di ridisegnare il sistema degli enti locali, criticando la riforma regionale votata nella scorsa legislatura a maggioranza centrosinistra. Secondo Pais, andra' rivista con una ripresa degli enti intermedi e con il "riequilibrio fra Nord e Sud dell'isola con l'istituzione della Citta' metropolitana di Sassari". Il presidente, consigliere comunale uscente di Alghero (citta' alla quale ha fatto ripetuti riferimenti nel suo discorso), ha detto no a "una Sardegna a due velocita' e con diverse opportunita' a seconda delle latitudini". 

Nel suo discorso Pais ha chiarito il modo in cui intende lo slogan 'Prima i sardi', tormentone delle campagna elettorale della Lega.

"La priorita' e' rimettere al centro dell'azione politica e di governo chi questa terra la abita e la vive e chi combatte ogni giorno per restarci", ha spiegato il presidente, "dare una mano a chi questa terra ha contribuito a farla crescere. Questo vuol dire 'Prima i sardi'. Tutti dobbiamo lavorare per risollevare i destini di questa terra", ha aggiunto elencando poi le grandi vertenze dell'isola: energia, credito, continuita' territoriale, crisi dell'industria. "Altra emergenza da affrontare e' lo spopolamento: in 304 Comuni su 377 i decessi sono destinati a superare le nascite. Auspisco misure per recuperare presidi culturali e simboli identita', a cominciare dalla politica linguistica". Pais ha poi auspicato una "grande legge regionale per una grande scuola sarda".

"A questo mondo vorrei poter guardare con gli occhi di mio figlio, con speranze e solide ambizioni", ha detto il presidente.

"Non e' piu' il tempo delle lungaggini e dei sotterfugi. Risposte puntuali meritano poi imprese dell'edilizia, ricettivita', artigianato e turismo che invocano nuove regole urbanistiche e paesaggistiche per orientare efficacemente gli investimenti in un quadro di certezze regolamentari".

"Saro' tra la gente e in mezzo ai sardi piuttosto che nel palazzo del Consiglio", ha anticipato Pais, che oggi ha indossato sulla giacca la spilla col simbolo dei quattro mori. "Vi offro incondizionatamente lealta', onesta', impegno e passione per la Sardegna", ha aggiunto per poi rivolgere un pensiero "a due persone speciali: papa', punto di riferimento costante, mamma che ha sempre protetto le mie ambizioni: vi prometto di non deludere la vostra fiducia e quella dei sardi".

"Viva la Sardegna", ha poi concluso Pais con gli auguri di buon lavoro a tutti alghere: “Bon treball a tots!”

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