Buddusò

Cave di Buddusò, progetto per riciclo degli sfridi da lavorazione. L’assessora Pili: “Impulso all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale”

"Si riducono i cumuli di scarti, si recupera suolo degradato e, in prospettiva, se ne riduce l’usura, migliorando il territorio sotto il profilo paesaggistico e ambientale"

Cave di Buddusò, progetto per riciclo degli sfridi da lavorazione. L’assessora Pili: “Impulso all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale”

Di: Redazione Sardegna Live


La Giunta regionale ha approvato l’adesione al progetto “Recycling of Granite Scraps II – REGS II” facente parte del programma LIFE 2014-2020. Iniziato a novembre 2020, il progetto REGS II si concluderà il 30 aprile 2024, per un piano finanziario previsionale complessivo di 3.593.398, di cui euro 2.257.838 di cofinanziamento dei partner associati, e un cofinanziamento UE pari a 1.335.560 euro (54,56% del totale ammesso a sovvenzione).

“La partecipazione della Regione attraverso il Servizio cave e miniere della Direzione Generale dell’Industria – dichiara l’assessora Anita Pili – consentirà di sperimentare metodi innovativi di economia circolare nell’ambito degli sfridi da lavorazione. Un’occasione di collaborazione importante tra enti locali e privati che porta a verificare la bontà di una best-practice che se confermata nel suo potenziale, potrebbe risultare utile a tutto il comparto produttivo”.

Partendo dal problema della gestione delle quantità crescenti di rifiuti di granito nelle cave del Comune di Buddusò, e dalla crescita continua della domanda di feldspati a livello europeo, che comporta l’estrazione di notevoli quantità di materie prime e consistenti flussi commerciali internazionali per il relativo approvvigionamento, il progetto si concentra sul riciclo delle materie di scarto, grazie alla collaborazione con il CNR, con l’Università degli studi di Ferrara e con soggetti privati.

“Mediante la trasformazione degli sfridi da rifiuto a prodotto – spiega Anita Pili – si riducono i cumuli di scarti, si recupera suolo degradato e, in prospettiva, se ne riduce l’usura, migliorando il territorio sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Inoltre, anche grazie alla riduzione delle importazioni di feldspati, si riducono le emissioni di CO2. Il programma – prosegue l’esponente della Giunta Solinas – ha poi un notevole risvolto socio-economico, perché mediante l’ottimizzazione del processo di riciclo delle risorse, si avranno da un lato la riduzione dei costi di gestione delle aziende estrattive, e dall’altro un incremento della competitività e la creazione di nuove competenze professionali, in un’ottica di economia circolare che speriamo, possa essere d’esempio ad altri territori”.

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