Cagliari

Il Covid? Non ferma gli studenti all’Università: boom di nuovi iscritti

Ecco i dati dell’Ateneo cagliaritano

Il Covid? Non ferma gli studenti all’Università: boom di nuovi iscritti

Di: Alessandro Congia


Anche in piena fase di emergenza sanitaria, con le attività didattiche in gran parte erogate tramite piattaforme online, si conferma  il trend di crescita degli iscritti all’Università di Cagliari già registrato negli scorsi anni.

Si conferma in aumento il dato degli immatricolati con una variazione del 3,1% rispetto all’ultimo anno accademico, mentre il numero degli iscritti al primo anno delle lauree triennali, magistrali a ciclo unico e magistrali è cresciuto con una variazione del 4,5% rispetto all’anno accademico 2019-20. Si evidenzia un trend sempre crescente sugli iscritti al primo anno: a partire dall’a.a. 2017/2018 l’aumento è pari  18,3%.

Numeri che mostrano un andamento positivo, di anno in anno (tra il 2017/18 e il 2018/19 l’aumento degli immatricolati era stato del 9.4%).

Il trend positivo è il risultato degli effetti di una politica più strutturata e diversificata nell’ambito della didattica e della nuova organizzazione dell’orientamento, incentrata su progetti capillari che impattano sugli studenti delle scuole e che operano in sinergia con i insegnanti degli istituti superiori. Ha avuto un ruolo importante il Progetto Orientamento finanziato dalla Regione nell’ambito del POR-FSE: “La Regione ha creduto nel progetto – commenta il Rettore Maria Del Zompo – Noi abbiamo proceduto organizzando un maggior coordinamento con le scuole e avviando le attività di orientamento dal terzo anno delle superiori. Uguale importanza ha il counseling psicologico: i rappresentanti degli studenti hanno chiesto un aumento di questo servizio, istituito per orientare i ragazzi nelle loro scelte”.

“Attraverso il grosso impegno della componente docente e del personale tecnico amministrativo – commenta il Prorettore alla Didattica Ignazio Putzu - l’Ateneo ha messo in campo tutte le proprie risorse per supportare gli studenti nella scelta del proprio percorso universitario”.

L’approccio con le scuole, la politica sulle tasse, la comunicazione, il counseling a partire dal 2017/18 sono soltanto alcuni degli elementi che non solo hanno permesso un semplice miglioramento, ma hanno strutturato un trend di crescita costante nel tempo. A partire da quell’anno, infatti, il dato relativo agli immatricolati è cresciuto costantemente in modo esponenziale. “Si tratta di una politica che va continuata e rafforzata – aggiunge il Rettore – La Direzione Didattica e Orientamento e il Prorettore alla Didattica ci hanno creduto, mettendo intelligenza e forza per centrare questo obiettivo con il contributo di tutti. La politica fatta finora funziona, perché mostra questi dati e testimonia che gli studenti scelgono sempre più di iscriversi nel nostro Ateneo”.

La politica sugli esoneri dal pagamento delle tasse ha poi introdotto la no tax area, ampliata dall’Ateneo rispetto alla previsione nazionale fino a un ISEE pari a 23mila euro. “Una decisione che ha consentito di mantenere il trend di crescita - evidenzia la Dirigente della Direzione Didattica Pina Locci – con un incremento reso possibile dall’aumento del fondo per la Legge 26 da parte del Consiglio Regionale della Sardegna”.

Gli organi dell’Ateneo – il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione - hanno scelto di destinare le maggiori risorse derivanti dall’aumento deciso dal Consiglio Regionale al sostegno del diritto allo studio attraverso l’ampliamento della no tax area. “L’abbiamo fatto sapendo bene che sarebbe stato un risultato importante per la società sarda – spiega il Rettore – Siamo contenti che la società sarda stia rispondendo in modo importante agli sforzi dell’Ateneo per rendere la cultura e l’apprendimento fruibili dal numero più elevato di studenti e studentesse. E’ stato uno dei nostri obiettivi fin dall’inizio”.

 “L’altro aspetto evidente è l’attenzione alle lauree magistrali – conclude il Rettore – E’ importante continuare a rafforzare l’attrattività di questi corsi, e per avere risultati ci vuole tempo. La nostra idea è stata rivedere tutte le lauree magistrali per renderle più attive e moderne, e attivarne altre con sbocchi importanti sul mercato del lavoro. Gli effetti si cominciano a vedere”. 

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