Cagliari

Lavoratori degli appalti delle pulizie di Comune, Regione e Università: braccia incrociate e mobilitazione in piazza

Ecco le iniziative indette dai sindacati in città e a Sassari

Lavoratori degli appalti delle pulizie di Comune, Regione e Università: braccia incrociate e mobilitazione in piazza

Di: Alessandro Congia


Sono 6mila e aspettano da sette anni il rinnovo del contratto multiservizi: anche i lavoratori degli appalti di pulizie della Sardegna aderiscono, il 19, il 20 e il 21 ottobre, alla mobilitazione nazionale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti organizzata per denunciare l’atteggiamento delle controparti datoriali (Fise, Confcooperative, Legacoop, Confapi, Associazione generale cooperative italiane), che non riconoscono il lavoro svolto anche in questa difficile fase di emergenza sanitaria. 

Tre le iniziative territoriali organizzate dalle categorie regionali nel rispetto delle norme di sicurezza anti covid: domani a Cagliari, la protesta dei lavoratori impiegati nei servizi di pulizie degli uffici pubblici (Comune, Regione, Università), dalle 9 e 30 alle 12 e 30 davanti al Consiglio regionale. Il 20 l’appuntamento è alla stessa ora sotto la sede dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari e coinvolgerà i lavoratori impegnati negli ospedali e negli uffici pubblici. Mercoledì infine, in contemporanea con le iniziative organizzate nelle diverse piazze d’Italia, la protesta si svolgerà dalle 14 alle 17 davanti al Brotzu. 

“La decisione - spiegano i segretari regionali Nella Milazzo (Cgil), Giuseppe Atzori (Cisl), Vincenzo Di Monte (Uil) - è stata presa il 7 ottobre dopo l’assemblea dei delegati che hanno giudicato inaccettabile il mancato rispetto dell’impegno preso a giugno scorso, quando le associazioni dei datori di lavoro avevano sottoscritto un avviso comune per il rinnovo”. 

I segretari ricordano inoltre che “la vertenza coinvolge seimila lavoratori che svolgono un servizio essenziale e quotidianamente garantiscono il decoro e la pulizia di centinaia di sedi e uffici pubblici e privati, è del tutto ingiustificato che non gli venga riconosciuto un trattamento economico diverso dai sette euro all’ora fissato sette anni fa, così come un miglioramento degli aspetti normativi”.

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