La solidarietà e l’amore per il prossimo di Doriana Caria splendono come il sole.  È quel sole che non tramonta mai, perché in tutto quello che fa c’è la luce permanente del tempo e della sua esistenza. Lei è di un’empatia straordinaria, non comune, così come fuori dall’ordinario è, in particolare, il coinvolgimento emotivo degli altri quando parla di sé: “Mi chiamo Doriana”, ha scritto nel suo libro “Io ti aspetto - Il racconto di una mamma, di una famiglia e dello spettro autistico”, “e sono nata tre volte: la prima quando è nata Elettra la primogenita; la seconda quando è nato Ruben; la terza quando abbiamo “accolto" in casa la sua diagnosi…e rinascere tre volte non è mica da tutti. Ma con la terza volta siamo rinati in tanti”.

Doriana è la Presidente dell’Associazione di Volontariato “Il mio amico speciale”, costituita ad Alghero nel 2019, che ha come obiettivo l’inclusione sociale e sportiva dei bambini autistici. Lo sport è una delle anime della famiglia: “gestisce”, è scritto nel suo libro, “una squadra formata da un marito rugbista, una figlia baskettara ed un figlio che in maniera gioiosa passa dalla palla ovale a quella a spicchi”.

È una mamma che esprime i valori della vita declinandoli in tutti i modi possibili. In particolare, con gli eventi, progetti e laboratori promossi dalla sua Associazione e i libri. E poi l’arte (Doriana è laureata in storia dell’arte), che si muove tra disegni/vignette, ben 120, e 15 filastrocche/poesie, esposti in una seguitissima mostra allestita la settimana scorsa nella sua città, all’interno dell’antica Torre dell’Esperò Rejal (Torre Sulis).

Nelle opere della mamma-artista è concentrato il periodo interminabile, luttuoso e angoscioso, della recente pandemia planetaria. Protagonista è Ruben, il figlio di Doriana, ma anche il suo amico serpente parlante, una figura retorica (nella realtà un giocattolo amatissimo) cui l’autrice affida, dandogli un’anima, il ruolo di compagno amorevole del bambino, attraverso silenzi sempre espressivi, consigli e decisioni condivise e qualche perla di saggezza.

Ruben non accetta le restrizioni e l’isolamento del look-down, la condizione di bambino invisibile. Si sente più isolato degli altri, vuole la libertà, la cerca, non si arrende, ma intanto il fiato del fido serpente lo sente vicino, come fosse il suo respiro.   E lui, il piccolo animale strisciante dall’animo umano, che si sente amico quanto mentore del bambino,  è sempre pronto a proteggere il suo eroe. 

Significativo, ma anche testimonianza di gran forza, è il disegno in cui Ruben e il suo compagno cancellano le prime due lettere della parola “INVISIBILI” scritta su una parete spoglia, quasi a voler indicare, in misura ancora più accentuata, l’esigenza incomprimibile che non debba mai esistere un mondo di invisibili, di persone lasciate sole e, in particolare,  di coloro che hanno bisogno di vicinanza, aiuto e solidarietà. La poesia di riferimento la riportiamo qui di seguito. 

Invisibili

Osservi da dietro da una finestra

la vita che scorre in maniera maldestra.

Ti perdi a guardare una nuvola bianca,

sorridi tenero hai un’aria stanca?

Ti han levato la scuola, i tuoi tanti impegni,

terapie, attività... ma tu mi insegni

che bisogna sempre riorganizzare

e la paura e la rabbia esorcizzare.

Ma come ti senti quando sei dimenticato?

Quando si scordan di quello che ti hanno levato?

Siamo invisibili o senza rumore?

Non ci faremo venire mica il malumore!

Quindi voltati, la famiglia ti aspetta

vieni qui e dammi retta,

faremo un rumore talmente forte

che spalancheremo tutte le porte.

Inventiamo dei giochi, terapie stando a casa,

della malinconia faremo tabula rasa.

Ti volti e ci sorridi felice e contento

e la Vita ha il “rumore” di questo momento❤️

Doriana Caria