Vallermosa

Renato, Chessa Lab: “Il Covid? Nemico invisibile, ci rialziamo con il simbolo della rinascita”

Originario di Vallermosa, 34 anni, parla di come la pandemia abbia danneggiato fortemente il settore

Renato, Chessa Lab: “Il Covid? Nemico invisibile, ci rialziamo con il simbolo della rinascita”

Di: Alessandro Congia


“Siamo tutti stati colpiti dagli eventi degli ultimi mesi. In molti hanno visto svanire passioni e abitudini, lavoro e sicurezze e perso il contatto con il mondo esterno e i propri cari. è stato un distacco violento, inaspettato. Una guerra appena attraversata, e non ancora conclusa, che ha messo alla prova tutti noi.  Sono state messe in discussione le nostre certezze. Un nemico invisibile che ha colpito ovunque indistintamente, rendendoci tutti uguali e facendoci sentire fragili e vulnerabili come mai prima. Costretti a  stare imprigionati dentro le nostre mura senza tempo, in uno spazio che è diventato ogni giorno più stretto”. 

Al telefono con Sardegna Live, l’imprenditore Renato Chessa (creatore del marchio di abbigliamento made in Sardinia, Chessa Lab), non ha nascosto paure, timori, ansie (come tutti, del resto), per via del Covid che ha danneggiato pesantemente anche e soprattutto le piccole e medie aziende, come pure la sua.

Lui, che ha aperto la sua ditta con il suo marchio “Chessa Lab” a 28 anni, oggi abita stabilmente da 11 anni a Milano, spesso scende in Sardegna, a Cagliari e nella sua Vallermosa, cittadina dove è originario: “Anche noi di Chessa Lab nel nostro piccolo, abbiamo dovuto affrontare questa situazione imprevedibile e cercare di restare uniti nella bufera. E non ci siamo arresi – ammette Renato - anzi abbiamo lavorato per essere pronti a ripartire al più presto.

Così da questo susseguirsi di emozioni e sentimenti duri e contrastanti è nata la nostra nuova collezione del 2020. L’abbiamo voluta chiamare “Libertas” proprio perché vuole essere un moto di rinascita, la riconquista dei semplici momenti che ci sono stati tolti. Un abbraccio, una stretta di mano, un bacio. Un urlo liberatorio che sancisce il passo verso una nuova libertà, diversa da quella che ci ricordavamo. La guerra continua – prosegue con una voce ‘tradita’ dall’emozione - ma noi abbiamo deciso di esserci, con coraggio. Protagonisti di una rinascita. Non possiamo fermarci, rialziamo la testa e continuiamo a combattere per la nostra esistenza”.

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