Orani

Orani. Tre colpi di fucile contro un allevatore: in carcere un 29enne

Il movente sarebbe verosimilmente riconducibile a vecchie liti giudiziarie e a questioni attinenti terreni e pascoli

Di: Redazione Sardegna Live


Stava rientrando dal proprio ovile a casa, a Orani, a bordo del suo fuoristrada quando, in una strada sterrata che costeggia la SS 131 DCN, è stato raggiunto da tre colpi di fucile a pallettoni.

Da quel tentato omicidio avvenuto lo scorso 15 marzo, un allevatore di 40 anni ne è uscito miracolato.

Oggi, le indagini del Nucleo Operativo della Compagnia di Ottana hanno portato all’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti di un allevatore di 29 anni sempre di Orani: Andrea Sedda.

Come riferito dai Carabinieri, negli accurati riscontri e sopralluoghi svolti sulla scena del crimine da parte dei militari, esperiti anche con l’utilizzo di metal detector, è stato possibile rinvenire e repertare un bossolo calibro 12 esploso durante l’attentato. Il 30 aprile 2020, indirizzati dalle risultanze delle indagini, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ottana, con il supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna e delle loro unità cinofile, hanno svolto mirate perquisizioni e rastrellamenti su vaste aree rurali e boscate della zona in cui era stato commesso il tentato omicidio e, in particolare, nelle proprietà della famiglia Sedda, che hanno portato al rinvenimento e al sequestro di due fucili calibro 12, un semiautomatico e un sovrapposto, con matricola abrasa e all’arresto di Angelo Sedda, fratello del di Andrea.

Angelo, sempre come spiegato dai Carabinieri, era stato sorpreso dai militari mentre era intento a occultare nella vegetazione, portandoli al di fuori dei confini dell’azienda di famiglia, i due fucili per sottrarli alle attività di perquisizione che si stavano svolgendo nei loro terreni. Nel medesimo contesto erano state anche rinvenute diverse munizioni a pallettoni del calibro delle armi sequestrate.

Le stesse armi sono state inviate ai Carabinieri del R.I.S. di Cagliari per le verifiche balistiche al fine di stabilire se fossero state utilizzate per commettere gravi reati. Ad esito del prezioso ed accurato accertamento, uno dei fucili sarebbe risultata essere l’arma che aveva sparato nell’attentato all’allevatore di Orani.

Per gli investigatori, il movente sarebbe verosimilmente riconducibile a vecchie liti giudiziarie e a questioni attinenti terreni e pascoli nella disponibilità della vittima e appetibili per la famiglia Sedda.

Il G.I.P Dott.ssa Teresa Castagna del Tribunale di Nuoro, su richiesta del P.m. Dott. Giorgio Bocciarelli, accogliendo le risultanze d’indagine del Nucleo Operativo della Compagnia di Ottana e ritenendo esistenti gravi indizi di colpevolezza, ha dunque emesso la misura cautelare in carcere nei confronti di Andrea Sedda per i reati di tentato omicidio, detenzione e porto di arma clandestina nonché possesso illegale di munizioni. Il giovane, al termine delle operazioni di rito, è stato associato al carcere di Bade e Carros di Nuoro a disposizione dell’autorità giudiziaria. Mentre il fratello Angelo, tratto in arresto il 30 aprile scorso sempre dai Carabinieri di Ottana, per il possesso illegale di armi clandestine, tra cui il fucile utilizzato per il tentato omicidio, si trova ancora in regime di arresti domiciliari a Orani.

 

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