Cagliari

Covid-19, lavoratori edili ancora senza un euro: sindacati sul piede di guerra con l’Inps per la cassa integrazione

Sono oltre 4000 le maestranze che vivono una situazione davvero drammatica

Covid-19, lavoratori edili ancora senza un euro: sindacati sul piede di guerra con l’Inps per la cassa integrazione

Di: Alessandro Congia


Si moltiplicano i casi di lavoratori edili che, a differenza dei colleghi della stessa impresa, non hanno ricevuto il trattamento di integrazione salariale da parte dell’Inps. Una anomalia inspiegabile che ha messo in allerta i segretari Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Cagliari: “Il settore delle costruzioni ha subito un fermo totale di tutti i cantieri, sia nell’area Metropolitana che nel Sulcis e Medio Campidano, con oltre 4000 lavoratori in cassa integrazione per Covid19 - hanno detto Erika Collu Fillea, Marco Ambu Filca e Gianni Olla Feneal - adesso, dopo i ritardi nell’erogazione del sussidio, ci troviamo davanti a un nuovo problema che rischia di generare ulteriori disagi a singoli lavoratori”. 

A complicare una situazione già di per sé di emergenza, si aggiunge l’impossibilità, per le organizzazioni sindacali, di interloquire con l’Inps al fine di segnalare e risolvere situazioni di questo tipo nell’ottica della collaborazione e dell’interesse collettivo dei lavoratori: “Solo le aziende possono segnalare e ricevere dall’Istituto le comunicazioni sulle istanze presentate - spiegano i segretari - perciò ci troviamo nell’impossibilità di dare risposte ai lavoratori e alle loro famiglie”. Da qui la richiesta all’Inps, affinché consenta ai sindacati di segnalare i singoli casi e interfacciarsi con gli uffici per capire cosa è successo e superare il problema. Il compito delle aziende infatti, è trasmettere all’Inps i dati utili per l’erogazione del sussidio - le ore da integrare e l’Iban del lavoratore - non certo quello di verificare i singoli casi per poi eventualmente, attraverso i loro consulenti del lavoro, interloquire con l’Istituto. 

“D’altronde, i lavoratori si rivolgono a noi per avere spiegazioni e risposte - concludono Erika Collu, Marco Ambu e Gianni Olla – perciò chiediamo all’Inps di consentirci di segnalare questi singoli casi, si tratta di disguidi magari risolvibili in tempi stretti che, al contrario, se non segnalati tempestivamente, rischiano di trascinarsi inutilmente”.

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