Cagliari

Covid-19, l’appello delle Istituzioni Scientifiche contro la crisi: “Teniamo il cavallo di Troia fuori dai sistemi sanitari”

Gli esperti indicano 5 strategie di promozione della salute per affrontare le crisi generata dall’epidemia

Covid-19, l’appello delle Istituzioni Scientifiche contro la crisi: “Teniamo il cavallo di Troia fuori dai sistemi sanitari”

Di: Alessandro Congia


E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il documento congiunto di Iuhpe (Unione Internazionale per la Promozione della Salute e l'Educazione Sanitaria), EUHPA-HP (Sezione di Promozione della Salute dell'Unione Europea di Sanità Pubblica) e Cattedra Unesco Global Health and Education, dal significativo titolo “Una prospettiva dI promozione della salute sul Covid-19: Teniamo il cavallo di Troia fuori dai nostri sistemi sanitari, promuoviamo la salute per tutti nei tempi di crisi e oltre”. Si tratta di un appello stilato dalle istituzioni e organizzazioni scientifiche che si occupano di promozione della salute a livello internazionale, e che propone alcune preziose linee guida per uscire dalla crisi. Alla stesura ha partecipato attivamente Paolo Contu, (nella foto in alto), docente dell’Università di Cagliari e vicepresidente IUhpe per l'Europa.

Cinque le strategie di promozione della salute proposte per affrontare la crisi generata dall'epidemia:  intersettorialità, sostenibilità, empowerment e partecipazione dei cittadini, equità e prospettiva life course. L'approccio di promozione della salute indicato dagli esperti mira a consentire a persone e comunità di acquisire, comprendere e valutare le migliori evidenze e competenze disponibili e applicarle nel contesto della loro vita quotidiana, dei loro valori e delle loro ambizioni di vita.

“Quanto più le persone acquisiscono una comprensione delle dinamiche del contagio e dei modi per proteggere se stesse e gli altri – spiega il professor Contu - tanto più possono gestire al meglio le diverse situazioni della propria vita”.

Il documento sottolinea in particolare l'obbligo di politiche di equità che privilegino le persone  più vulnerabili e più predisposte a subire le conseguenze delle misure introdotte per frenare la pandemia (residenti in quartieri degradati o in insediamenti informali, esclusi dell'economia regolare, senza fissa dimora). Per l’individuazione delle soluzioni più idonee è accomandata anche la partecipazione dei cittadini, “perchè possano acquisire il controllo sulla situazione, e il rafforzamento di coesione sociale, solidarietà, fiducia e responsabilità collettiva per la salute e il benessere della popolazione”.

I ricercatori non dimenticano i più piccoli: “L'attenzione per i bambini è rivolta a garantire la continuazione dell'istruzione – scrivono nel documento - con le scuole che utilizzano piattaforme di insegnamento online. Altri problemi riguardano la gestione della cura dei bambini con genitori che lavorano fuori casa, la difficoltà di stare a casa con genitori che lavorano da casa, la sensazione di essere rinchiusi e privati dei contatti con amici, nonni e altri. Un'attenzione particolare dovrebbe essere data ai bambini a rischio, come quelli che si trovano ad affrontare le avversità e quelli esposti alla violenza e agli abusi domestici, poiché questo periodo di crisi combinato con il confinamento familiare aumenta il rischio di violenza e riduce le possibilità di intervento esterno”.

“La crisi evidenzia la necessità di un approccio integrato che comprenda gli aspetti sanitari, organizzativi, sociali, politici, finanziari ed etici – conclude il professor Contu - basando le azioni su una comprensione globale ed ecosistemica delle questioni in gioco, sull'azione comunitaria, sulla solidarietà e sulla fiducia”. Sul sito IUHPE è anche riportato anche un intervento del professor Contu sull'epidemia, nella sua qualità di vicepresidente per l'Europa.

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