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Pochi viaggi all'estero e turismo di prossimità, ovvero nella propria regione o nelle vicinanze, non oltre i confini nazionali. E' lo scenario delle vacanze che si prospetta ai tempi del coronavirus. La Sardegna partirebbe avvantaggiata poiché potrà contare su una tendenza già consolidata fra i suoi cittadini abituati a rimanere nell'Isola. In Italia è al secondo posto dietro la Sicilia secondo lo studio condotto da Demoskopika con il T.a.tu.r.
La Sicilia, con il 40,59%, presenta il più elevato livello di appartenenza turistica: su un totale di 3,2 milioni di arrivi generati dagli autoctoni mediamente in un anno, 1,3 milioni (identitari) si sono "consumati" in territorio siciliano. Seguono la Sardegna e la Campania rispettivamente con il 29,06% e il 26,63%. In Sardegna, in particolare, i residenti che scelgono di rimanere sono 534mila su circa 1,8 milioni di potenziali vacanzieri. Numeri destinati a crescere.
La spesa turistica di chi abitualmente sta in Sardegna si aggira intorno ai 90 milioni. A queste cifre si deve aggiungere, almeno per quest'anno, il potenziale di spesa di chi parte fuori dall'Italia (circa 38 milioni), più quello di chi sceglie traghetto o aereo ma resta in Italia (circa 100 milioni). Il totale è di circa 226 milioni.