In Sardegna

Maxi operazione all'alba in Sardegna: ecco come agiva l'associazione mafiosa

Dai rapporti con l'Anonima Sequestri alle influenze nelle decisioni in amministrazione regionale: i dettagli delle indagini iniziate nel 2020

Maxi operazione all'alba in Sardegna: ecco come agiva l'associazione mafiosa

Di: Redazione Sardegna Live


"Monte nuovo" è il nome della maxi operazione avviata questa mattina dai carabinieri del Ros, fra Sardegna, Piemonte e Lombardia, in cui 31 persone sono finite sotto indagine per associazione di tipo mafioso (8 indagati), associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.

Nel registro degli indagati anche l'ex assessora all'Agricoltura Gabriella Murgia e il nipote di Graziano Mesina, Tonino Crissantu. Il provvedimento è arrivato su disposizione del Tribunale di Cagliari, a seguito della richiesta giunta dalla Procura Distrettuale Antimafia. 

Una serie di indagini avviate nel gennaio 2020 come prosecuzione dell'inchiesta "Dama", che ha permesso di acquisire elementi d'accusa nei confronti del presunto gruppo criminale operativo nell'isola. La rete di rapporti costruita all'interno dell'associazione avrebbe permesso di attingere, in caso di necessità, al sostegno del sodalizio per ottenere vantaggi di varia natura, e di infiltrarsi in vasti settori condizionandoli, fino alla presunta possibilità di accesso privilegiato all’interno dell’amministrazione regionale.

Rapporti prolungati sarebbero avvenuti fra l'associazione segreta e l'Anonima Sequestri, di cui alcuni soggetti colpiti dal provvedimento sarebbero stati importanti esponenti. Particolarmente interessati, all'interno dell'amministrazione, sarebbero stati i settori dell'Agricoltura e della Sanità, con l'intento di assicurarsi incarichi pubblici e favori nei confronti di associati, parenti di questi ultimi e persone vicine all'associazione.

Secondo quanto esposto in conferenza stampa dai militari, il gruppo avrebbe inoltre favorito la latitanza dello stesso Graziano Mesina, con il quale avrebbe avuto rapporti diretti e indiretti. Un ruolo importante sarebbe stato giocato, infine, nel traffico di stupefacenti - in particolare marijuana - che venivano smerciati in tutto il territorio nazionale.

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