Cagliari

Stipendio dimezzato per i medici convenzionati con l'Ats: è polemica

"Ci inquadrano come autonomi per quanto riguarda i diritti sul lavoro, ma impongono gli oneri fiscali del dipendente"

Stipendio dimezzato per i medici convenzionati con l'Ats: è polemica

Di: Redazione Sardegna Live


In piena emergenza coronavirus, fra inchieste relative alla gestione dell'epidemia e tensioni dovute alla carenza di dpi presso gli ospedali isolani, una nuova vertenza anima il dibattito interno alla sanità sarda.

Ad accendere la polemica è lo stipendio dimezzato ai medici che prestano servizio per l'Ats come liberi professionisti. Si tratta delle oltre 300 figure che operano nel 118, presso le strutture penitenziarie, ambulatori o guardie mediche.

"Noi medici penitenziari, come i colleghi della guardia medica e del 118 - dice uno dei portavoce della protesta -, siamo libero professionisti convenzionati, autonomi a tutti gli effetti, la cui paga oraria è stabilita sulla base di accordi collettivi nazionali tra i sindacati che ci rappresentano e la SISAC. E' successo che l'ATS, un'azienda che non ha potere legislativo o fiscale, ma unicamente quello di amministrare se stessa, ci comunica con un trafiletto sull'ultimo cedolino che, in seguito a una consulenza giuridica dell'Agenzia delle entrate della Regione Piemonte del 2014, il nostro trattamento economico sarà equiparabile a quello del lavoratore dipendente e pertanto sottoposto a scaglionamento IRPEF".

"La conclusione di tale provvedimento - spiega - è una drastica riduzione delle entrate mensili di più di 1200 euro, con una paga oraria di 15 euro l'ora. Mi dispiace ma noi la consideriamo una paga mortificante per dei professionisti con delle responsabilità civili, penali, deontologiche nonché per i rischi vivi legati alla professione, dal pericolo di aggressioni ai rischi infettivi per i quali non abbiamo nessun tipo di indennità".

"Tengo a sottolineare - prosegue il portavoce - che la Regione Piemonte, che aveva usufruito della consulenza giuridica sopracitata, questo provvedimento l'ha sospeso. Noi vogliamo capire con che potere l'ATS modifica unilateralmente il nostro contratto trasformandolo in un contratto capestro, continuando a inquadrarci come autonomi per quanto riguarda i diritti sul lavoro (senza ferie, malattia, tredicesima, TFR, maternità o contribuzione INPS) ma con gli oneri fiscali del dipendente. Sappiamo che non è una decisione politica, ma probabilmente l'opera di qualche dirigente ATS 'troppo solerte', se così si vuole definire. Ma preghiamo l'assessore Nieddu di risolvere la situazione. E' un periodo in cui noi medici abbiamo già altre preoccupazioni, non mi sembra il caso di aggiungerci ulteriori pensieri." 

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