Uta

Coronavirus, in carcere arrivano 600 mascherine: il regalo dell’associazione Socialismo Diritti Riforme

Consentiranno di potenziare le misure di protezione anti-contagio e di prevenzione al tremendo Covid-19

Coronavirus, in carcere arrivano 600 mascherine: il regalo dell’associazione Socialismo Diritti Riforme

Di: Alessandro Congia


Significativo gesto di solidarietà dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” nei confronti della Casa Circondariale di Cagliari-Uta. Sono state infatti recapitate nell’Istituto 600 mascherine chirurgiche che permetteranno di arricchire i dispositivi individuali di protezione. L’iniziativa,  che si è avvalsa del contributo di Paola Melis & Donatella Giordano srl  Agenti Generali Unipolsai Cagliari, è finalizzata a offrire un concreto supporto a chi si trova all’interno del carcere. L’iniziativa è stata particolarmente apprezzata dal Direttore dell’Istituto Marco Porcu. 

“Ringraziamo l’associazione – ha detto Porcu – per questo utilissimo gesto. E’ una testimonianza della costante attenzione del volontariato nei confronti della nostra realtà. Una dimostrazione di vicinanza autentica, concreta, tempestiva, che abbiamo davvero apprezzato. La disponibilità di mascherine chirurgiche offrirà maggiori garanzie di sicurezza a tutti consentendoci di gestire in modo ancora più adeguato questa difficile situazione”. 

“L’impossibilità di essere presenti fisicamente nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” non ci fa dimenticare – afferma Elisa Montanari, presidente di Sdr – la nostra attività di volontari né la vicinanza alle persone private della libertà e agli operatori della struttura che, specialmente in questo periodo, stanno gestendo una situazione molto delicata. L’iniziativa vuole contribuire anche a tranquillizzare i familiari dei ristretti, nella speranza che, al più presto, vengano assunti provvedimenti adeguati a ridurre la presenza di detenuti”. 

“Abbiamo aderito con entusiasmo alla proposta di Sdr – hanno osservato Paola Melis e Donatella Giordano – con la consapevolezza che quando è necessario un atto di solidarietà nessuno può tirarsi indietro. Pensare oggi a chi si trova in carcere equivale a pensare a chi vive una condizione di fragilità. Il nostro contributo ha questo significato”.

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