Tempio Pausania

L’appello di Marino e Li Gioi (M55): “La Regione si attivi per bloccare la diffusione del virus in Gallura”

Il deputato e il Consigliere regionale: “Tempio rischia di diventare un pericolosissimo focolaio”

L’appello di Marino e Li Gioi (M55): “La Regione si attivi per bloccare la diffusione del virus in Gallura”

Di: Antonio Caria


“L’assoluta carenza di coordinamento da parte dei vertici regionali e la mancanza di comunicazioni tempestive sui nuovi contagi rischiano di trasformare la città di Tempio in un pericolosissimo focolaio. Il vice sindaco di Tempio, Gianni Addis, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Conte e alla Regione e denunciato una serie di criticità allarmanti: nel reparto di Medicina dell’ospedale Paolo Dettori, nonostante la presenza di un paziente risultato positivo al Covid-19, nessuna precauzione è stata presa per arginare il virus, il reparto non è stato isolato e il personale medico non è stato sottoposto a tampone rinofaringeo. Le falle nella gestione dell’emergenza rischiano di alimentare la moltiplicazione dei contagi anche per la presenza del bar ospedaliero frequentato assiduamente anche da esterni, in cui si sta creando una situazione di promiscuità data la presenza di operatori sanitari, pazienti e cittadini comuni. La Regione deve intervenire immediatamente e mettere in atto tutte le misure previste per arginare la diffusione del virus”.

Questo l’appello rivolto dal deputato Nardo Marino e il consigliere regionale Roberto Li Gioi, entrambi del Movimento Cinque Stelle,  alla Regione.

“Il 21 marzo scorso a Tempio – proseguono Marino e Li Gioi – come riferito dell’Ufficio di Stato civile del Comune, si sono verificati due decessi le cui cause meritano di essere approfondite in quanto si tratta di morti per polmonite bilaterale-insufficienza respiratoria acuta. Entrambi nel reparto di Medicina”.

Secondo il loro punto di vista “Ad aggravare la situazione emergenziale del territorio si aggiungono la nuova chiusura del Centro trasfusionale di Olbia, a ventiquattro ore dalla sua riapertura, e le difficoltà sopraggiunte a La Maddalena con il declassamento del presidio ospedaliero a Punto di primo intervento. A La Maddalena è oggi indispensabile inserire in organico tre unità, tra cui un anestesista (anche in avvicendamento) e un internista. Ricordiamo inoltre che La Maddalena resta priva di ambulanza medicalizzata”.  

“A ventiquattro ore dalla sua riapertura, il Centro trasfusionale di Olbia è stato nuovamente chiuso perché un operatore del centro è risultato positivo al virus, quindi ora si dovrà nuovamente attendere che vengano eseguite le operazioni di sanificazione. L’incapacità di gestione dell’emergenza manifestata dall’Unità di crisi regionale deve essere risolta in qualche modo. A farne le spese non possono essere i sindaci e la popolazione, tenuta all’oscuro di informazioni fondamentali dagli stessi vertici di questa macchina dell’emergenza dagli ingranaggi ossidati. Gli amministratori del territorio – concludono Marino e Li Gioi – non possono essere abbandonati. L’Unità di crisi deve attivarsi per proteggere la popolazione, a cominciare da Tempio. Il rischio che diventi un focolaio è enorme”.

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