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Ora c’e più paura per altri lavoratori, c’è anche chi più d’altri, sa di non poter neppure parlare e deve solo lavorare tenendo per la propria salute e per quella dei suoi familiari. Nel frattempo, sono attesi nuovi tamponi per capire se ci sono stati altri contagi negli ambienti di lavoro cittadini.
“L’appello è rivolto al buonsenso e laddove innescasse una reazione a catena per l’attesissima fornitura dei dispositivi di sicurezza per garantire la tutela della salute pubblica, sarebbe già un passo avanti in contrasto al contagio da Covid-19.
A maggior ragione perché, oggi più che mai, il senso di smarrimento e di insicurezza di tanti lavoratori in sevizio a Cagliari (e non solo), ha raggiunto livelli mai visti”, afferma Marcello Polastri, consigliere comunale alla guida della Commissione sicurezza al Comune di Cagliari.
“È infatti innegabile la viva preoccupazione che affligge tanti, dai soprattutto i lavoratori socio-sanitari agli addetti alla sicurezza in servizio negli ospedali, per le strade, nei pubblici uffici, e che si battono per garantire quei servizi essenziali mentre la maggior parte delle persone stanno a casa, appunto per scampare al potenziale contagio”.
“Mi fa specie ammettete - prosegue Polastri - che non possiamo far tanto oltre che aspettare, e affidarci. Ma è innegabile che ancor oggi c’è chi, pur in assenza dei più essenziali dispositivi di protezione individuale come guanti, mascherine, occhiali, per fare il proprio dovere, rischia la propria e altrui salute, e teme finanche ripercussioni; come del resto sta accadendo agli operatori delle ambulanze, inermi nel terminare le ultime mascherine a loro disposizione”.
In tanti, anche adesso, non fanno altro che manifestare, purtroppo inascoltati, di aver bisogno di simili e altre necessarie dotazioni per continuare a svolgere in città servizi essenziali mentre l’emergenza cresce, per fortuna, parrebbe lentamente. Da una decina di giorni va così, e infatti rabbrividisco nel vedere che ci sono Agenti della Polizia Municipale, delle Cooperative addette alla sicurezza (nei pronto soccorso, sull’uscio degli uffici pubblici e non solo) privi di mascherine, guanti, occhiali protettivi.
“L’Italia non si ferma, così la Sardegna è il suo capoluogo ed è per necessario che il Governo si attivi e mandi in Sardegna dei tir pieni di mascherine e dispositivi di sicurezza”.
“Non ne possono più, quanti, tra i lavoratori sono in giro oppure fermi nelle sedi istituzionali e hanno rapporti con il pubblico, di dover temere il peggio, dallo starnuto al proprio compagno di lavoro che magari è stato colpito dal Virus. Basti l’esempio dell’ultim’ora: in un Ospedale cittadino un altro medico è risultato positivo al Coronavirus ma ancora nulla verrebbe fatto per mettere in sicurezza gli addetti al servizio di Vigilanza (alcuni dei quali temono di esser stati contagiati). E allora - prosegue Polastri - cosa ci vorrebbe ora? Una nuova quarantena forzata che potrebbe mandare al collasso, sul nascere pandemico, un intero ospedale?
Oppure, mi domando, se sia necessario vedersi fermate un intero gruppo di Vigilantes che in quel pronto soccorso prestano servizio?”.
In tal senso mi è stato segnalato che, “circa 7 giorni fa, una persona risultata positiva al contagio sarebbe stata a stretto contatto proprio con le guardie giurate. Cosicché sorge spontaneo chiederci, all’insegna della sicurezza, quali misure la società addetta proprio alla sicurezza, e immagino essendo a conoscenza di tutto ciò, abbia messo in atto per garantire per davvero la tutela sia dei propri lavoratori, sia delle persone con le quali gli stessi sono entrati in contatto. Mi domando se anche in questo caso senza dispostivi? “.
“Un modo di fare che dovrebbe cedere il posto ad un inasprimento delle misure di sicurezza da massimizzare, per scacciare ogni possibile pericolo di contagio da Coronavirus e che, ne sono certo, porterà alla nascita di nuove leggi e di un nuovo modo di vedere la sicurezza da contagio e in generale in Italia“.
La situazione, oltre che preoccupante, è a dir poco drammatica se nell’immediato, i lavoratori tutti che offrono un servizio indispensabile per Cagliari e l’intera isola, continueranno a operare loro malgrado in queste condizioni. Perché continuo ed elevatissimo è il rischio di un contagio per tutti.
In ballo c’è la loro vita che, se non si interverrà presto con una sinergia Comune-Regione-Governo centrale, cederà il passo ad una nuova, maggiore, emergenza da gestire.