Cagliari

L’eccessivo ricorso al lavoro a tempo determinato penalizza la formazione dei lavoratori, a dirlo l’Ocse

Citata una ricerca dell’Università di Cagliari

L’eccessivo ricorso al lavoro a tempo determinato penalizza la formazione dei lavoratori, a dirlo l’Ocse

Di: Antonio Caria


L’eccessivo ricorso al lavoro a tempo determinato penalizza la formazione dei lavoratori e ne rallenta l’accesso ai benefici della trasformazione digitale. A sostenere questa teoria è l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che cita la ricerca di Giovanni Sulis, docente dell’Università di Cagliari e ricercatore Crenos, nell’ultima edizione dell’Oecd Skills Outlook “Thriving in a Digital Work”.

“L'eccesso di lavoro temporaneo – ha dichiarato lo stesso Sulis – è correlato alla bassa formazione dei lavoratori. E' un punto delicato, il messaggio non è che il lavoro temporaneo è sempre male. Dal nostro studio emerge piuttosto che, quando il divario nei costi di licenziamento tra lavoratori permanenti e temporanei è molto elevato, le imprese tendono ad usare in maniera abnorme i temporanei, che vengono formati poco. Per questo motivo, osserviamo una relazione negativa tra livello di protezione dei permanenti e livello di formazione dei lavoratori, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare in un mercato del lavoro in cui tutti i lavoratori hanno un contratto permanente e in cui le imprese hanno incentivo ad investire sul lavoratore attraverso la formazione. Il nostro studio mostra che dopo la Legge Fornero, che ha ridotto i costi di licenziamento dei soli lavoratori permanenti, i formati sono aumentati, proprio perché le imprese hanno ridotto i temporanei e il turnover eccessivo della forza lavoro”.

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