Cagliari

Posidonia, approvato il passaggio agli articoli. Scontro in Aula: "La Regione non può legiferare sulla materia"

Massimo Zedda: “Ad essere spiaggiata, per ora, non è la posidonia ma la giunta regionale”

Posidonia, approvato il passaggio agli articoli. Scontro in Aula:

Di: Redazione Sardegna Live


Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della proposta di legge 15 dal titolo “disposizione sulla gestione Posidonia spiaggiata” con 32 voti favorevoli, 15 contrari e 6 astenuti.

La delicata questione ha scatenato scontri tra maggioranza e opposizione.

La discussione è iniziata con il consigliere Franco Mula (Psd’Az), primo firmatario della stessa proposta di legge: “L’esame in commissione è stato preceduto dall’audizione dell’assessore dell’Ambiente che ha suggerito il mantenimento in loco della posidonia spiaggiata come prima soluzione o lo spostamento in altra zona dello stesso arenile. Si prevede che le operazioni di rimozione e posizionamento siano sempre effettuate con le precauzioni, da aprile e a novembre. Come terza opzione il conferimento in impianti di riciclaggio e solo come ultima possibilità lo smaltimento in discarica. Sarà effettuato uno studio dei litorali sardi per monitorare i fenomeni di erosione. L’Anci non ha partecipato alla seduta nonostante l’invito”.

Per la minoranza ha preso la parola Maria Laura Orrù (Progressisti), secondo cui “si sta perdendo la possibilità di tutelare il nostro bene più prezioso consentendo l’uso di mezzi meccanici nelle spiagge, perché di questo si tratta”. Per l’esponente progressista “si potevano predisporre interventi straordinari e mi sconcerta che per risolvere un problema particolare, quello del litorale di Alghero, si debba arrivare ad approvare una legge. Le materie ambientali sono di competenza dello Stato e questo provvedimento è ai limiti della legittimità. Bisognava invece potenziare le risorse per i progetti ambientali e per sensibili arre i cittadini sull’importanza della posidonia per il contrasto dell’erosione marina. Invece state scegliendo la politica dell’ora e tutto, poi si vedrà. Senza distingue le spiagge urbane da quelle ad alta valenza naturale. Finirà che ogni amministrazione locale punterà allo smaltimento in discarica della posidonia, sempre”.

Tra gli iscritti a parlare il consigliere Roberto Li Gioi (Cinque stelle), secondo cui “questa proposta di legge ha già il suo destino segnato, cioè quello di essere impugnata per incompetenza della Regione a legiferare in questa materia, come prevede con tutta chiarezza la Costituzione. State perdendo tempo con un atto che è nullo prima di essere emanato mentre lo Stato ha in corso l’esame del cosiddetto disegno di legge “salvamare”, che prevede tutto tranne lo smaltimento in discarica della posidonia. È del tutto sbagliato consentire ai concessionari di decidere da soli se e come procedere davanti ai banchi di posidonia. Onorevole Mula, gli esperti in commissione l’hanno implorata di fare le cose come si deve”.

Ancora dai banchi dei Progressisti Massimo Zedda ha così attaccato la Giunta Solinas: “Ad essere spiaggiata, per ora, non è la posidonia ma la giunta regionale e il suo presidente. Tutto quello che fate è spiaggiato e impantanato, vedasi la vicenda della continuità territoriale. La vostra legge muove i primi passi dalla considerazione che ci sono aziende che riciclano la posidonia: vorrei sapere quante sono queste aziende alle quali pensavate di dare un contributo economico. Dove è finito l’opuscolo di un’azienda specializzata che qualcuno ha fatto girare in commissione? Al netto della follia ambientale che vi caratterizza in questo testo suggerirei di stralciare quegli articoli che prevedono che le imprese del settore non paghino per il ritiro della posidonia e ricevano pure contributi e finanziamenti pubblici della Regione per lavorarli”. L’on. Zedda ha poi evidenziato che “con legge volete cancellare le conferenze di servizio e chi legge questo testo immagina che il concessionario possa operare per la rimozione semplicemente con una dichiarazione. E non è così perché quella rimozione è comunque un danno ambientale se le conferenze di servizio non si riuniscono e non autorizzano la rimozione”.

Il primo firmatario della proposta di legge, Franco Mula (Psd’Az), ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’opposizione che ha deciso di presentare 150 emendamenti al provvedimento: «Mi sembra un’esagerazione su una proposta che non merita tutta questa attenzione – ha detto Mula – la posidonia, una volta rimossa, è considerata rifiuto. Se l’alga può essere lasciata in spiaggia va lasciata, se crea problemi per la balneazione o per la fruizione della spiaggia va spostata. Non è vero che spostandola si perdono tonnellate di sabbia. La posidonia è una risorsa se è viva, una volta che arriva in spiaggia è già morta». Mula ha poi ricordato la sua esperienza da sindaco del comune di Orosei: “Nel 2015 il mio paese venne invaso dalle alghe. Allora la Giunta regionale non conosceva il problema. Feci la prima conferenza di servizi: nessuno sapeva cosa fare. Da lì è nata la mia idea di spostare la posidonia se non può essere accumulata nel retrodunale. Una volta portata in altro sito può essere trattata per fare compost per l’edilizia oppure riportata in spiaggia. Occorre mettere i sindaci nelle condizioni di operare. Il nostro è un tentativo di normare un settore che in questo momento mette i sindaci in difficoltà”.

L’assessore all’ambiente Gianni Lampis ha espresso apprezzamento per l’iniziativa della maggioranza: “I sardi, contrariamente a quanto pensa la minoranza, non hanno chiamato al governo della Regione i nuovi barbari. Io penso che il patrimonio naturalistico sia la più grande eredità che abbiamo ricevuto e abbiamo il dovere di tramandare. Ma, allo stesso tempo, abbiamo il dovere di garantire un futuro ai nostri giovani. Occorre superare il concetto di tutela ambientale fine a se stessa e pensare allo sviluppo. Bisogna trovare un equilibrio. Che la posidonia spiaggiata sia un importante elemento per mitigare l’erosione costiera è un dato di fatto ma quando comincia a creare un problema bisogna intervenire. Anche le attività economiche meritano una tutela. I sindaci hanno rappresentato alla Regione questa esigenza. Alcuni comuni hanno dovuto individuare zone speciali per gestire le emergenze. Ad Alghero è un problema atavico che è costato ingenti risorse al comune per i danni provocati durante la stagione balneare”.

 

 

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