Cagliari

Roghi tossici e materiali inquinanti al campo nomadi abusivo a Mulinu Becciu. Stefano Deliperi: “Illegalità sotto gli occhi di tutti, Istituzioni comprese”

Il referente di Gruppo di Intervento Giuridico: “Un razzismo al contrario, nei confronti dei cittadini residenti e lavoratori affumicati quasi ogni giorno dai fumi dei roghi”

Roghi tossici e materiali inquinanti al campo nomadi abusivo a Mulinu Becciu. Stefano Deliperi: “Illegalità sotto gli occhi di tutti, Istituzioni comprese”

Di: Alessandro Congia


Non si contano ormai le centinaia di chiamate al 115 e gli interventi specifici "sotto scorta" con Polizia e Carabinieri nel corso degli anni, proprio su quell'altura nei pressi della Motorizzazione Civile, per spegnere i roghi tossici ed inquinanti all'interno del campo nomadi abusivo.

Ormai da parecchi anni, con solo brevi periodi di “aria pulita”, gli abitanti dei quartieri cagliaritani di Mulinu Becciu e di San Michele sono fin troppo spesso costretti a respirare fumi e diossina causati da roghi di rifiuti vari frutto di traffici illeciti.

Come ben noto, negli anni scorsi, l’area è stata interessata da un fenomeno di grave inquinamento ambientale, con gravi rischi per la salute pubblica, legato allo svolgimento all’interno del campo rom gestito dal Comune di Cagliari di un’illecita attività di incenerimento di rifiuti, con la realizzazione una vera e propria discarica non autorizzata (art. 256, comma 3°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), che indusse il G.I.P. del Tribunale di Cagliari, su istanza della competente Procura della Repubblica, ad adottare con il decreto del 31 maggio 2012 la misura cautelare del sequestro preventivo dell’area (art. 321 cod. proc. pen.).

Come riconosciuto dall’Autorità Giudiziaria nel provvedimento di sequestro, la persistenza della situazione avrebbe potuto portare a intuitivi peggioramenti delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie posto che “la situazione di pericolo per la salute umana e di grave compromissione dell’ambiente naturale in tutte le sue componenti, aria, acqua, suolo e sottosuolo, non è solo una conclusione suggerita dall’esperienza e dal senso comune – ciò di fronte alla situazione più sopra rappresentata sarebbe di per sé sufficiente a giustificare il provvedimento cautelare richiesto – ma attestata dalle ripetute segnalazioni inviate dalla Asl al sindaco di Cagliari, … trasmesse già a far data dal 3 settembre 2007”.

"Tanti anni trascorsi, tante denunce da parte di cittadini e delle associazioni ecologiste, una penosa ignavia da parte del Comune di Cagliari e, alla fine l’intervento della magistratura - sottolinea Stefano Deliperi, Gruppo di Intervento Giuridico di Cagliari - analoga vicenda qualche tempo dopo: sempre nella stessa zona e nello stesso contesto sociale venne, infatti, realizzata una nuova attività illecita di sistematico abbruciamento di rifiuti di varia natura, interrotta – dopo vari esposti provenienti ancora dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – con sequestro preventivo su istanza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari in data 23 dicembre 2016".

Eppure i roghi di rifiuti non sono finiti: al GrIG continuano a pervenire numerose segnalazioni da parte di residenti relative alla sistematica presenza di nubi dense di fumi, di odore acre, che, in orari notturni e talvolta diurni, ammorbano l’aria, costringendo gli abitanti e le persone che svolgono la propria attività lavorativa nella zona indicata a subìre una situazione altamente pericolosa per la salute umana.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, inoltrato (10 febbraio 2020) un’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione dei necessari provvedimenti di bonifica ambientale al Comune di Cagliari, alla Città metropolitana, ai Carabinieri del N.O.E. e al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, informando contemporaneamente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

"Non si può vivere in queste condizioni – che, purtroppo, si aggiungono all’ormai drammatica carenza di condizioni igieniche dell’ordinaria gestione dei rifiuti cittadina – aggiunge Deliperi - e non può essere tollerata una spudorata situazione di illegalità sotto gli occhi di tutti, se non si vuole istituzionalizzare un razzismo al contrario, nei confronti dei cittadini residenti e lavoratori affumicati quasi ogni giorno".

(nella foto sottostante, scattata da Alessandro Congia qualche anno fa, ci sono addirittura i bambini intenti a bruciare materiale ferroso e plastica per recuperare il rame).

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