Cagliari

Venerdì 14 febbraio sciopero generale della scuola. Caminera Noa: “Mobilitiamoci con e per i Precari”

Gli attivisti: “La Sardegna ancora una volta penalizzata”

Venerdì 14 febbraio sciopero generale della scuola. Caminera Noa: “Mobilitiamoci con e per i Precari”

Di: Antonio Caria


Anche Caminera Noa ha deciso di partecipare allo sciopero della scuola, in programma venerdì 14 febbraio. Sono previste due manifestazioni a Sassari e Cagliari. 

Le critiche vengono mosse al “Decreto scuola 2019”, il cosiddetto “Salva precari” ma, rimarcano gli attivisti, “Avrà conseguenze drammatiche proprio sulla vita di migliaia di precari della scuola. Infatti le norme da esso previste rischiano di cancellare tanti anni di servizio prestati nella scuola pubblica da parte di chi, nei fatti, ha sostenuto la scuola pubblica”. 

“Per gli insegnanti precari della Sardegna – sottolineano da Caminera Noa – gli effetti del nuovo provvedimento saranno anche peggiori. Attualmente nell’isola i posti cattedra vacanti sono circa 5000, di cui 3000 su sostegno. Oggi queste cattedre vengono ricoperte con incarichi annuali affidati ai docenti precari iscritti nelle graduatorie di terza fascia. Tuttavia la maggior parte di questi posti non rientrano nel cosiddetto “organico di diritto” e pertanto non saranno disponibili per essere messi al bando nel prossimo concorso straordinario. Infatti il MIUR ha già reso noto che i concorsi non saranno banditi per tutte le Classi di Concorso (discipline) e per tutte le regioni”. 

“La volontà del Ministero – questa la loro denuncia – è evidentemente quella di assegnare il maggior numero di bandi alle regioni più popolose e con un maggior numero di cattedre vacanti. La Sardegna, come già accadde nel concorso 2016, si troverà ancora una volta penalizzata e si avrà pertanto un concorso su base regionale con pochi posti a disposizione rispetto ad una esigenza molto più grande di ruoli da ricoprire. I docenti precari saranno ancora una volta penalizzati e non verrà riconosciuto loro il prezioso lavoro che ha di fatto tenuto in piedi la scuola pubblica in questi anni”:
“La beffa per la scuola sarda è – secondo il loro punto di vista – che oggi dovremmo parlare di nuove assunzioni e non di rischiare di perdere fino a 5000 posti che ogni anno assicurano uno stipendio ad altrettanti lavoratori e alla scuola sarda un rapporto lavorativo e professionale fra chi ha un progetto di vita nell’isola e il mondo della scuola. Infatti la Regione Autonoma della Sardegna (Soru-Cappellacci-Pigliaru) negli ultimi 15 anni ha tagliato le autonomie scolastiche da 412 a 276, tagliando tutte quelle al di sotto dei 600 alunni (con la sola eccezione dei Comuni montani e delle piccole Isole dove il numero di alunni per mantenere l’autonomia è di 400)”.

“Inoltre – rimarcano – la Sardegna è anche minoranza linguistica e la normativa prevede che per le minoranze linguistiche il numero degli studenti per conservare una autonomia scolastica non è di 600, bensì è di 400. Ciò avviene per esempio in Val D’Aosta, in Sud Tirol ecc. Se venisse rispettata la normativa avremo più autonomi scolastiche, più dirigenti, più personale Ata, più personale amministrativo e soprattutto 6000 cattedre in più (fonte Cgli Sardegna)”.

Il loro obiettivo è quello di difendere circa 11mila posti di lavoro attraverso l’istituzione di percorsi di abilitazione riservati ai precari della scuola in Sardegna (Pas) riservati a chi ha prestato servizio nelle scuole della Sardegna per almeno 36 mesi.

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