Alghero

Ritrovato il corpo della donna scomparsa: fermato il fidanzato. Ecco chi è

Condannato nel 1999 per il cosiddetto "delitto della Lotus Rossa"

Ritrovato il corpo della donna scomparsa: fermato il fidanzato. Ecco chi è

Di: Redazione Sardegna Live


Le indagini dei Carabinieri sulla scomparsa di Speranza Ponti, la 50enne originaria di Uri che, dopo diversi anni trascorsi a Genova, da alcuni mesi si era trasferita ad Alghero per amore, ha portato al fermo del fidanzato Massimiliano Farci, 53 anni, di Assemini.

L’uomo sarebbe stato interrogato per ore.

Della donna non si avevano più notizie da metà dicembre scorso. Il suo corpo, secondo quanto si apprende, è stato trovato dai carabinieri della compagnia di Alghero nell'area del "Resort Vista Blu", che racchiude una vasta zona di lussuose villette a schiera, nella zona di Carrabufas.

Massimiliano Farci era stato condannato nel 1999 insieme al fratello Alessandro per il cosiddetto "delitto della Lotus Rossa".

Da Il Corriere della Sera del 6 aprile 1999 - di Piergiorgio Pinna

“Spietato omicidio, "da manuale di criminologia", dicono gli investigatori, alle porte di Cagliari: un uomo è stato assassinato a freddo da due fratelli che lo hanno strangolato, bruciato e gettato in una discarica per impadronirsi della sua coupé, una Lotus del valore di 35-40 milioni che la vittima voleva vendere. Loro, due fratelli "perbene" incensurati, non potevano permettersi quell' auto sportiva. E così hanno architettato un piano secondo gli inquirenti lucidamente premeditato. Dopo il delitto hanno infatti simulato la vendita della macchina falsificando i documenti davanti al notaio, dato fuoco al cadavere poi cosparso di aglio per evitare che il fetore portasse al ritrovamento. Ma alla fine proprio l'olfatto di un cane li ha smascherati. Gli arrestati sono Massimiliano e Alessio Farci, di 32 e 19 anni, entrambi senza un lavoro fisso, residenti a Monastir, nell' hinterland cagliaritano. Il maggiore dei due si è sposato due volte ed è padre di un bambino. La vittima è Roberto Baldussi, 34 anni, di San Sperate, a una quindicina di chilometri da Cagliari, figlio di un piccolo imprenditore. Diploma di geometra, una vita come tante, era ben voluto e stimato. Con abitudini conosciute così bene dai familiari che non appena non ha fatto rientro a casa i genitori ne hanno subito denunciato la scomparsa. Scartate le ipotesi di una fuga improvvisa, è stata nel giro di poche ore accantonata anche la pista di un possibile sequestro. Le indagini condotte dai carabinieri e dalla polizia si sono perciò concentrate sugli ultimi movimenti del ragazzo. è così emerso che Roberto Baldussi aveva fatto pubblicare sul Baratto, un settimanale locale di inserzioni commerciali, un annuncio con il quale metteva in vendita l' auto sportiva. Una mossa, come avrebbero poi accertato gli investigatori, che gli sarebbe costata la vita. Gli inquirenti continuando i controlli e le verifiche hanno infatti saputo da Massimiliano Farci che il giovane si era incontrato con lui. "Mi ha venduto la macchina e io gli ho dato i soldi, ma da quel momento non l' ho più visto", ha raccontato. Ma due giorni dopo un pensionato che portava a spasso il cane ha trovato, tra i rifiuti di una discarica i resti carbonizzati di Roberto Baldussi. Erano nascosti sotto alcuni materassi e ricoperti d' aglio. L' identificazione è stata resa possibile da una catenina che il ragazzo portava sempre al collo. La verità è venuta a galla nel giro di quarantotto ore. Nel giorno di Pasqua il Pm Fernando Bova ha così disposto il fermo di Massimiliano Farci. Poi, al termine di un lungo interrogatorio, ha sottoposto a fermo anche Alessio. Entrambi avrebbero fatto pesanti ammissioni, confermando l'assurdità del movente, la Lotus nera biposto. Proprio come alibi, invece, il maggiore dei due fratelli aveva mostrato una procura a vendere sottoscritta da Baldussi. Gli accertamenti avrebbero però stabilito la falsità del documento. Il fatto dimostrerebbe appunto la premeditazione dell'omicidio. A Massimiliano sarebbe stata attribuita la responsabilità del delitto, ad Alessio la complicità dell'occultamento del cadavere, oltre che il falso davanti al notaio. Sarebbe infatti stato convinto dal fratello a recarsi nello studio notarile, spacciandosi per la vittima, per redigere il documento preliminare al passaggio di proprietà della vettura.”

 

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