Alghero

Lasciare il lavoro e cambiare vita: Davide ci racconta come e perché l’ha fatto. L’intervista

Dopo anni da cameriere ha avviato la sua azienda. Ha inseguito i suoi sogni con il salto nel vuoto

Lasciare il lavoro e cambiare vita: Davide ci racconta come e perché l’ha fatto. L’intervista

Di: Ilaria Cardia


Trarre una lezione da ogni esperienza. Vagare tra le bellezze e le difficoltà della vita senza uno scopo preciso, per poi trovarlo. Accade quasi per caso, ma solo se si è attenti e concentrati sul presente e sulle vibrazioni delle proprie emozioni. E così si decide di cambiare vita. Si sceglie di cambiare la motivazione, i primi pensieri mattutini e gli ultimi serali. 

Si inizia a cambiare vita senza guardarsi indietro. Questo è quel che ha fatto Davide Fancellu, un ragazzo che, nell’arco della sua vita, ha compiuto delle scelte mettendo in tasca il risultato. Risultati apparentemente sparsi, come pezzi di un puzzle incompleto che, sommati nel tempo, non hanno più trovato spazio per esser messi da parte. 

Nessun sogno nel cassetto da realizzare sin da piccolo, solo un grande amore per il mare che l’ha condotto alla scelta degli studi. Poi i viaggi per imparare le lingue straniere e, infine, la scelta di lasciare il suo lavoro a tempo indeterminato quando ha deciso di assemblare tutti quei pezzi del puzzle.  

Per lui l’idea è sempre stata uno stimolo, ma anche una grandissima paura.

Davide se potessimo segnare l’inizio della storia con un episodio della tua vita, quale sarebbe? 

“In assoluto il mio viaggio in Australia” 

Chi eri in quel periodo? 

“Avevo 27 anni e una laurea in Biologia Marina. Avevo trascorso nove mesi in Irlanda per studiare Biologia Genetica ma, capito di non ambire alla vita in laboratorio, tornai in Sardegna e continuai a fare il cameriere; un mestiere che ha accompagnato la mia prima formazione professionale sin dai tempi della scuola. Avevo iniziato da poco a frequentare la donna che sarebbe poi diventata mia moglie e la madre dei miei figli e non sapevo assolutamente cosa fare nella vita. Sino a quando, insieme al mio migliore amico, decisi di partire per l’Australia.” 

 

Per te era quindi un momento di stallo, perché? 

“Fu un miscuglio di emozioni e consapevolezze. A 23 anni persi mio padre. Poi dopo l’Irlanda, mi scombussolò il ritorno in Sardegna: non avevo più intenzione di continuare la magistrale a cui mi ero iscritto dopo la laurea e, allo stesso tempo, non sapevo come mettere in pratica gli studi o semplicemente come proseguire la mia vita. Quindi iniziai a vivere facendo le cose giornalmente. Sai quando ti piacciono le cose che fai ma non vedi un progetto? Mi avvicinai esattamente così al mondo della ristorazione.” 

Cosa accade in Australia? 

“Perfezionai il mio inglese e crebbi anche a livello lavorativo. Scoprii una cultura profondamente diversa dalla nostra, notoriamente più calorosa. In più riuscii a mettere da parte un gruzzoletto che decisi di investire, una volta rientrato ad Alghero, in un lungo viaggio in Asia con mia moglie. Creammo un itinerario attraverso siti e blog, riuscendo a visitare 12 stati del sudest asiatico in quattro mesi. Concluso quel viaggio, tornammo ad Alghero con la voglia di scoprire il Sud America. Ripetemmo il processo e, dopo una stagione lavorativa, partimmo per sei mesi alla scoperta di nuovi Paesi meravigliosi. In quel viaggio imparai lo spagnolo e non solo. Mi si accese letteralmente la lampadina.”

Cosa ti ricordi di quel momento? 

“Ricordo che non dormii tutta la notte” 

Perché? Cosa accadde? 

“Io e Romina (mia moglie) avevamo creato nel 2013 una pagina Instagram per poter postare i luoghi visitati durante il nostro viaggio. Luoghi non molto conosciuti e particolari. Le persone iniziarono a seguirci e riuscimmo a creare una bella community. Ci ritrovammo a dare consigli, tramite messaggio o mail, per informazioni su quei posti, come potevano essere raggiunti, cosa si trovava nelle vicinanze, se c'erano trasporti pubblici. Sino a quando una ragazza, a me sconosciuta, mi chiese: “Quanto ti devo per le informazioni che mi hai fornito?”. Quel messaggio mi ha permesso di capire che quello poteva essere un progetto, un'idea di business, il mio futuro. Accantonai e tornai ad Alghero.”

E lì cosa ti attese? 

“La voglia di stabilità economica, il desiderio di diventare genitori e di creare una famiglia. Accettai entusiasta il contratto a tempo indeterminato presso il locale dove lavoravo in stagione da anni e comprammo casa. Nel 2017 arrivò la mia prima figlia e nel 2018 ci sposammo. Continuammo sempre a viaggiare, anche dopo l’arrivo del secondo (nel 2019). Era una passione per entrambi troppo grande a cui rinunciare. Però cambiarono tante cose, smisi di seguire i social e mi dedicai totalmente al lavoro e alla famiglia” 

Quando e perché è arrivato quel che viene definito il “salto nel vuoto”? 

“Durante la pandemia. Sino a quel momento io continuai a lavorare ma, allo stesso tempo, in me cresceva l’ambizione, la voglia di fare qualcosa di diverso e contemporaneamente il lavoro di cameriere mi stava stretto. È un bellissimo lavoro che a me piaceva tanto, ma con orari incompatibili agli orari familiari. L’idea dei bambini o il pensare che li potessi vivere poco ha stimolato il mio cambiamento. E non ho messo la prima… ho inserito direttamente la quinta. Fu automatico impegnarmi al 100% nel progetto.”

Quindi la tua voglia di “sicurezza” economica è stata sovrastata dalla paura di trascorrere poco tempo con i tuoi figli?

“Totalmente. Capito quello, ho iniziato a lavorare interamente sul pianificare itinerari di viaggio ai clienti che desiderano visitare la Sardegna. La mia terra. Ho studiato la mission principale di Travel Planner Family, ossia: tu risparmi il tempo, risparmi lo stress, risparmi denaro e io ti dico dove andare per una vacanza indimenticabile. Basta che ti affidi a me e realizzo un itinerario, a tua misura, in Sardegna. 

Ho lavorato tantissimo sul sito. Ho studiato per colmare le conoscenze fondamentali per aprire un’azienda e sono partito. Tutto con uno sguardo particolare alle coppie e alle famiglie. Ad aprile e maggio del 2020 sono arrivate le prime vendite, che progressivamente crescevano sempre di più. Nel mentre continuai a lavorare in ristorante sino ai mesi più caldi, dove è divenuto davvero impegnativo unire le due cose. A quel punto, conclusa la stagione estiva, decisi di dare le dimissioni.”

Com’è oggi il tuo presente? 

“Oggi mi sento di aver chiuso il cerchio della mia vita. Oltre la pianificazione del viaggio con Travel Planner Family, ho sfruttato la mia laurea in biologia marina diventando anche guida ambientale escursionista e accompagno i clienti in escursioni alla scoperta delle particolarità della nostra Isola. Il servizio si chiama DRAN Experience e posso accogliere i clienti inglesi e spagnoli grazie ai miei viaggi. In più sono libero di poter organizzare le giornate con la mia famiglia. Oggi Travel Family Planner è finalmente una realtà.” 

Cosa consiglieresti a tutti quelli che hanno idea e poco coraggio di realizzarla?

“A mio avviso un'idea di business dev'essere correlata a entusiasmo, energia, passione, impegno che sovrastando l'assenza di coraggio rappresentano la base per auto motivarsi per buttarsi nel vuoto” 

Qual è stata, per tutto il percorso, la tua paura più grande? 

“Che la mia fosse solo un’idea. Una sola e semplice idea” 

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