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“Attendiamo, a questo punto, risposte concrete e conseguenti all’attenzione mostrata nel colloquio, in particolare sui temi dell’insularità, della continuità territoriale, delle infrastrutture, degli svantaggi che caratterizzano il sistema produttivo, economico e sociale sardo”.
Questo il commento dei segretari Caterina Cocco e Samuele Piddiu (Cgil) Gavino Carta (Cisl), Francesca Ticca (Uil) dopo l’incontro con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ieri a Cagliari.
“Siamo perplessi – rimarcano tuttavia i Sindacati – riguardo alle dichiarazioni rese alla stampa sul tema energetico, del metano e della dorsale perché, dopo il primo via libera del ministero alla realizzazione dell’infrastruttura, il presidente del Consiglio ha nuovamente parlato dell’elettrodotto che collegherebbe la Sardegna alla Sicilia: un progetto inutile, almeno tre volte più costoso, impossibile da realizzare in tempi rapidi e compatibili con i progetti e gli investimenti già in atto, che presuppone una nuova generazione energetica a gas ed è in contrasto con gli obiettivi di autosufficienza energetica della Sardegna”.
Per quanto riguarda la questione del carbone, a detta di Cgil, Cisl e Uil. È necessario “Realizzare nei tempi più rapidi possibili il phase-out dal carbone ma compatibilmente con le esigenze del sistema produttivo ed energetico sardo che risente, almeno per il momento, dell’assenza del metano, l’unica fonte indispensabile a traguardare quell’obiettivo alle stesse condizioni del resto del Paese e d’Europa, che su questo, infatti fondano la propria strategia di uscita dal carbone”.
Il loro auspicio è che “Queste contraddizioni siano presto chiarite e che sia confermato l’impegno a garantire ai sardi l’arrivo del metano e l’avvio della fase di transizione a parità di condizioni con il resto d’Italia e, quindi, attraverso la realizzazione dei rigassificatori e della dorsale, che sono essenziali alla strategia energetica e ambientale della Sardegna, decisamente più avanzata di quella nazionale e garantiscono il controllo pubblico dell’infrastruttura e del prezzo della risorsa”.
I sindacati hanno sottolineato che “Di certo la frammentazione della distribuzione affidata a camion cisterna in giro per le strade renderebbero vana quella strategia”.