Sassari

Contamination Lab. Sardara e Pozzecco spiegano il mondo “Dinamo”

Il Presidente e il coach biancoblu: “Fare squadra la sintesi delle istanze di tutti”

Contamination Lab. Sardara e Pozzecco spiegano il mondo “Dinamo”

Di: Antonio Caria


Essere se stessi, coltivare la propria passione, esercitarsi allo sfinimento senza crearsi alibi è il messaggio che Gianmarco Pozzecco e Stefano Sardara, rispettivamente allenatore e presidente della Dinamo Banco di Sardegna, per i futuri imprenditori del Contamination Lab dell'Università di Sassari. 

L’incontro, introdotto dal Delegato per il Trasferimento tecnologico dell'Università di Sassari, Gabriele Mulas, si è tenuto questa mattina all'interno dell'incubatore universitario CubAct dell'Università di Sassari.

“Io comincio dalla scelta dei giocatori che devono avere certe caratteristiche di umanità ed empatia fondamentali per stare in squadra”, queste  le parole di Poz.

"Teoricamente fare l'allenatore è facile, perché basterebbe essere se stessi – ha aggiunto -. In realtà è molto complicato perché bisogna avere la forza di non farsi condizionare da ciò che succede, dalle nostre paure e dalle nostre insicurezze. Ci si riesce solo se si ha una grande passione. Fare le cose credendoci e avendo passione è un talento”. 

A suo modo di vedere l'allenatore non deve essere egoista e autoritario, ma una persona altruista, che pensa prima di tutto al benessere dei giocatori e li considera nel loro insieme.

“Fare squadra deve essere veramente la sintesi delle istanze di tutti, ha sottolineato il numero uno biancoblu Sardara

"Da ragazzo volevo fare l'avvocato, ma poi ho capito che la mia vera passione era il lavoro di assicuratore”, ha rimarcato. 

Poi è arrivata la Dinamo: “Era necessario che facessimo sistema in un contesto come la Sardegna, non potevamo limitarci a essere solo una società sportiva", ha proseguito Sardara, che agli studenti del Contamination Lab ha dato indicazioni precise: "La via breve non esiste. Esiste la conoscenza, la competenza, il sacrificio e lo studio. Ci vuole entusiasmo, ma con i piedi per terra. Non innamoratevi di un'idea senza prove concrete di sostenibilità. I contributi pubblici? Sono solo un di più, dovete immaginare il vostro business senza di essi. Ci sono imprese che funzionano anche in una realtà isolata. Ricordate che c'è una fetta di mercato che ama e ricerca l'isolamento. Siate orgogliosi di ciò che abbiamo, cioè quest'isola, e individuate bene il vostro mercato”.

“Non ponetevi limiti – ha concluso Pozzecco -. Non pensate che le persone che ricoprono ruoli a cui aspirate abbiano doti che voi non avete”.

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