In Sardegna

L'Isola verso fine embargo carni suine, Solinas: "Sardegna modello virtuoso nella lotta a peste suina"

Solinas: "Siamo a un passo da un risultato storico"

L'Isola verso fine embargo carni suine, Solinas:

Di: Redazione Sardegna Live


“La Sardegna è a un passo da un risultato storico, frutto di un lavoro e di un impegno che hanno coinvolto l’intera Isola. Istituzioni, cittadini e imprese hanno lavorato insieme mettendo in campo sforzi e sacrifici importanti, attraverso una strada non sempre ben definita e sicuramente mai in discesa”. Lo dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, all’indomani dell’incontro con il sottosegretario al Ministero della Salute, Andrea Costa. La Sardegna oggi guarda alla data del 15 dicembre, giorno in cui, secondo gli impegni presi da Roma e Bruxelles, si deciderà la revisione delle restrizioni alle esportazioni dei suini e dei prodotti suinicoli, bloccate dal 2011 per effetto delle misure contro la diffusione della Peste suina africana. Dalle istituzioni comunitarie il riconoscimento della validità del modello organizzativo sardo, indicato come un esempio a livello europeo sul fronte dell’eradicazione. “Un modello a – precisa il governatore – che abbiamo potenziato apportando anche correttivi importanti, in stretto raccordo con il mondo delle campagne e sulla base delle richieste dell’Europa”.

La svolta arriva in seguito all’audit del 2019, occasione in cui la Commissione europea evidenziò, in modo particolare, criticità sulla sorveglianza dei suini bradi e del selvatico, lamentando l’assenza di un sistema di controllo codificato, e carenze sotto il profilo del censimento del suino domestico, sottolineando un sensibile scostamento fra il dato delle scrofe censite e le stime sul numero dei nuovi nati. “Al tempo, nonostante il riconoscimento dei passi in avanti – spiega Solinas – gli sforzi messi in campo non vennero ritenuti sufficienti a decretare la fine dell’embargo. Abbiamo dato quindi un nuovo impulso all’attività di eradicazione e i risultati dell’ultimo audit hanno confermato che la Sardegna è sulla strada giusta per vedere riconosciuto il diritto dei nostri allevatori a poter commercializzare le carni al di fuori del territorio regionale”.
Tra i correttivi adottati per rispondere alle richieste di Bruxelles, il primo riguarda la sorveglianza attiva sul brado e del selvatico, con l’impegno sul campo del Corpo Forestale e delle Asl. Quasi 5mila i verbali esaminati ogni mese dall’Unità di Progetto, con interventi programmati dei veterinari su ogni situazione rilevata come non conforme. Potenziata anche la sorveglianza del passivo selvatico, con il coinvolgimento dei cacciatori e l’impiego dei cani molecolari per la ricerca dei cinghiali morti in natura su cui svolgere approfondimenti e verificare eventuali tracce del virus, e del passivo domestico, con esami sulle carcasse dei maiali morti in allevamento su tutto il territorio e non solo all’interno delle aree della ‘zona rossa’. Migliorati gli aspetti sulla trasparenza dei dati raccolti con la creazione di un ‘data wherehouse’ presso l’Istituto Zooprofilattico, un sistema di raccolta dati sempre accessibili e a disposizione dagli operatori delle Asl, del Ministero della Salute e delle autorità di controllo europee. Infine rafforzato il sistema di censimento, con obiettivi specifici assegnati ai direttori delle Asl, verso il progressivo riallineamento del numero dei suinetti rispetto al totale delle scrofe.

Il primo vero riconoscimento per l’Isola da parte dell’Europa avviene nell’aprile 2021 con la cancellazione della Sardegna dall’elenco delle aree infette in cui il virus è considerato endemico (e quindi insradicabile). “Novità importanti – prosegue il governatore – sono state inserite anche nel nuovo ‘Piano peste’ per il biennio in corso. La certificazione delle aziende, a fronte di controlli randomizzati, non sarà più soggetta a rinnovo periodico, con un notevole sgravio di oneri e una forte semplificazione per gli operatori economici. Inoltre abbiamo previsto meccanismi agevolati e incentivanti per l’emersione degli allevamenti irregolari e migliorato il sistema di tracciamento delle carni, a garanzia della qualità e della sicurezza delle produzioni”. Importanti le prospettive di mercato per il settore: “Lo sblocco delle esportazioni sarà sicuramente il motore del rilancio del comparto suinicolo sardo che per 12 anni, a causa delle restrizioni imposte, ha dovuto pagare un prezzo altissimo con un netto calo della commercializzazione dei prodotti”.

Nel 2010 la filiera suinicola sarda contava 300mila quintali di carni suine macellate per quasi 650mila capi oltre a una produzione di salumi di 55mila quintali. “È immaginabile ipotizzare – prosegue il Presidente – quali saranno le ricadute positive della rimozione del blocco alle esportazioni, che potranno trovare finalmente via libera da vincoli e riprendere la strada che porta verso i mercati nazionali ed esteri con nuove prospettive che al momento sono difficilmente quantificabili ma che sicuramente saranno consistenti. Giusto per fare un esempio, il blocco dell’export ha comportato per il mercato dei salumi una mancata crescita in questi dodici lunghi anni di almeno il 30%. E questa è solo la premessa di quali potranno essere le prospettive di sviluppo per l’intero comparto che rappresenta una fetta importante della nostra economia”, conclude il presidente della Regione.

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