Sedilo

L’Ardia di Sedilo: fede, coraggio e passione nel nome di San Costantino

Il 6 e 7 luglio torna una delle manifestazioni equestri più affascinanti dell'Isola

L’Ardia di Sedilo: fede, coraggio e passione nel nome di San Costantino

Di: Redazione Sardegna Live, foto Sardegna Turismo


Il nitrito dei cavalli, il ritmo degli zoccoli che battono sulla terra, la polvere e il sudore, la fede e la passione. Il coraggio. L’attesa. Il trepidare della folla. La gioia di assistere a un momento unico e straordinariamente denso di significati. L’Ardia di Sedilo è questo e tanto altro.

La manifestazione equestre in onore di San Costantino, in programma come ogni anno il 6 e 7 luglio, richiamerà ancora migliaia di fedeli e turisti presso il monumentale santuario dell’Oristanese. L'evento del 6 luglio sarà trasmesso in diretta su Sardegna Live. Il termine "ardia" deriva dal verbo “bardiare” che significa "proteggere, fare la guardia". La giostra equestre, infatti ricorda la battaglia condotta dall'imperatore romano Costantino I, che nel 312 sconfisse l’usurpatore Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio a Roma.

L’origine della manifestazione sedilese è ignota, ma in uno scritto anonimo risalente al 1860, dal titolo Di alcuni giochi equestri/in feste popolari/della Sardegna/e specialmente della Sartilla di Oristano, custodito presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari, si legge: "Altre due magnifiche feste sono quelle di San Leonardo a Santu Lussurgiu, e di San Costantino a Sedilo, nelle quali si fanno giochi equestri, cui danno il nome di Ardie, e che riescono di sorprendente effetto a vedersi ...".­

IN HOC SIGNO VINCES. Secondo la leggenda, prima dello scontro decisivo, al giovane imperatore Costantino apparvero una croce con intorno la scritta “IN HOC SIGNO VINCES” ("con questo segno vincerai") e lo stesso Cristo che gli ordinava di apporre tale segno sul suo vessillo sostituendo così l'immagine dell'aquila imperiale. Nel 313, Costantino promulgò l'Editto di Milano che accordò la libertà di culto ai cittadini dell'Impero romano e pose fine alle persecuzioni contro i cristiani. L'imperatore, con la sua politica liberale, contribuì in maniera determinante alla diffusione della religione cristiana e dopo la sua morte si diffuse un culto popolare nei suoi confronti. Tra i riti a lui dedicati, l’Ardia di Sedilo si contraddistingue per la temerarietà e l'ardimento dei cavalieri.

IL PROGRAMMA. Il rituale ha inizio quando i tre capicorsa, radunatisi insieme agli altri cavalieri davanti alla casa parrocchiale, ricevono dal parroco di Sedilo gli stendardi benedetti (sas pandelas). È lo stesso sacerdote, alcuni mesi prima, a designare il nome del capocorsa che guiderà l’Ardia (prima pandela) selezionandolo da un registro conservato in parrocchia. La prima pandela sceglie sa segunda e sa terza pandela che lo affiancheranno nell’incarico. Questi ultimi ed altre tre scorte (sas iscortas) dovranno impedire che il capocorsa venga raggiunto e superato dai restanti cavalieri, che simboleggiano l'esercito di Massenzio. I tre cavalieri possono utilizzare per difendere Costantino gli stendardi mentre le scorte dispongono di bastoni rivestiti di un tessuto rosso porpora.

Una volta consegnati gli stendardi, i cavalieri, guidati dal parroco e dal sindaco a cavallo ed accompagnati da una banda musicale e dai fucilieri, attraversano le vie principali del paese dirigendosi verso il santuario. Giunti a Su Frontigheddu, un poggio sovrastante la strada che conduce all'arco d'ingresso del santuario, i partecipanti ricevono un'ennesima benedizione dal parroco. Le scorte iniziano a battagliare con le decine di cavalieri inseguitori per tenerli ad una certa distanza dalle tre pandelas.

Quando le autorità a cavallo deviano dal percorso principale, la sfrenata corsa può partire. I cavalli vengono lanciati al galoppo in discesa e attraverso l'arco di San Costantino fino a raggiungere la chiesa. A quel punto si compiono diversi giri in senso orario intorno all’edificio. I cavalieri, poi, si lanciano ancora all’inseguimento della prima pandela verso sa Muredda, un muretto circolare al centro del quale si trova una croce, effettuando anche qui un certo numero di giri in senso orario e poi antiorario prima dell’ultima salita al galoppo, verso la chiesa, dove si conclude la parte più spettacolare dell'Ardia.

Dopo la celebrazione della Messa, il corteo dei cavalieri si ricompone a su Frontigheddu per poi dirigersi verso il paese e raggiungere la casa del parroco, dove ha luogo la riconsegna degli stendardi. L’intera cerimonia si ripete la mattina seguente, in una atmosfera più intima e raccolta. Il giorno dell'ottava, infine, si svolge, con lo stesso rituale dell'Ardia a cavallo, l'Ardia a piedi, alla quale partecipano un gran numero di giovani e i cui capicorsa e scorte sono scelti con le stesse procedure dell’Ardia a cavallo.

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