Cagliari

Moda in Sardegna: 325 imprese sarde tra crescita, innovazione e concorrenza sleale

Antonio Matzutzi (Confartigianato Sardegna): “Nuove linee e prodotti innovativi per vincere sui mercati esteri”

Moda in Sardegna: 325 imprese sarde tra crescita, innovazione e concorrenza sleale

Di: Antonio Caria


Capi di abbigliamento, scarpe, gioielli ma anche costumi da mare e accessori di ogni forma, per ogni occasione, per ogni gusto e per ogni tasca. Questo il mondo della moda made in Sardegna, che nasce nei laboratori delle piccole imprese sarde, e continua crescere ed esportare nel resto d’Italia e in ogni angolo del Mondo.

Secondo il rapporto Moda: piccole imprese, artigianato, occupazione e made in Italy”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat 2018, verso i mercati esteri, sono volati prodotti del “fashion sardo” per un valore di oltre 22 milioni di euro. Ciò grazie alle 325 imprese isolane, di cui 270 artigiane; queste ultime rappresentano l’82,8% delle attività produttive del settore. Inoltre, su un totale di 763 addetti, n 553 vengano dalle realtà artigiane.

Secondo i dati per territorio 105 realtà, di cui 86 artigiane, operano nel nord della Sardegna, nei territorio di Sassari-Gallura, impegnando 265 addetti in totale. Nella provincia di Cagliari sono 90 le attività, 72 le artigiane, che offrono impiego a 261 lavoratori; segue Nuoro con 59, di cui 49 artigiane e 89 occupati, il Sud Sardegna con 39, di cui 32 artigiane e 70 dipendenti. Chiude Oristano con 32 realtà di cui 31 artigiane, e 78 addetti.

“Simbolo del Made in Italy nel mondo, la moda è il fiore all’occhiello della tradizione manifatturiera artigiana sarda e italiana – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – tantissime creazioni sartoriali dal taglio perfetto, calzature in materiali di alta qualità e accessori su misura. Pezzi veramente unici che il mondo ci invidia. Non dobbiamo, però, nascondere come la sartoria artigiana, negli ultimi vent’anni, sia stata abbandonata a se stessa, sacrificata sull’altare di prodotti di massa e delle griffe internazionali per fortuna la globalizzazione, la massificazione e l’omologazione hanno scatenato un fenomeno di pari forza ma opposto: la voglia di personalizzazione, originalità, qualità e buon gusto”.

“Le imprese giovani sono un ottimo risultato considerato come, solo poco tempo fa, una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale – ha aggiunto – la sartoria artigianale nonostante, o forse grazie alla crisi, è un settore ancora vivace, e il sarto è una professione “a tutto tondo” riscoperta da giovani e meno giovani che voglio distinguersi. In ogni caso, è necessaria un’opera di sviluppo continuo – ha concluso Matzutzi – per far crescere le imprese, proporre nuove linee e prodotti innovativi per presentarsi alle manifestazioni e ai buyer esteri. Naturalmente, è fondamentale il ruolo delle Istituzioni pubbliche che svolgono attività volte all’internazionalizzazione delle aziende italiane. La nostra Associazione tempo lavora per incentivare le esportazioni delle piccole e medie imprese creando occasioni di incontro dentro e fuori Italia per far incontrare le imprese con i buyer negli incoming export in Sardegna ma anche nelle missioni all’estero. Riteniamo, quindi, che anche per la moda siano necessari interventi affinché il settore possa proseguire un percorso virtuoso che porti l’eccellenza sarda a essere conosciuta e venduta in tutto il mondo”.

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