Cagliari

Manifattura. Confartigianato Sardegna: “Più di 30mila posti di lavoro creati dalle imprese sarde”

Il Presidente Antonio Matzutzi: “Necessario rimettere l’impresa al centro delle politiche regionali e nazionali di sviluppo e valorizzazione”

Manifattura. Confartigianato Sardegna: “Più di 30mila posti di lavoro creati dalle imprese sarde”

Di: Antonio Caria


È un settore, quello della manifattura sarda, soprattutto quella “piccola”, che continua a creare occupazione, opportunità e valore aggiunto, nonostante in Sardegna sia ancora lontana la piena uscita dalla crisi.

A ribadirlo è una ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna (dati Istat 2017) che pone l’accento sul fatto che tre quarti dell’occupazione manifatturiera (il 79,2%) è concentrata nelle piccole e micro imprese, equivalenti a 23mila 964 addetti sul totale di 30mila 258 del comparto.  Di questi 14mila 897 lavorano nelle imprese artigiane.

Per quanto riguarda i territori, 6mila 080 addetti dell’MPI manifatturiero si trovano in provincia di Cagliari, 7mila 329 a Sassari, 3mila812 a Nuoro e 2mila 236 a Oristano.

“Sono dati interessanti ma che non possono soddisfarci – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – considerati i recenti numeri che confermano la continua diminuzione delle imprese artigiane sarde”.

Nel primo trimestre 2019, il comparto conta 34mila 811 imprese registrate presso le Camere di Commercio: 13mila 231 a Cagliari, 12mila 485 a Sassari, 6mila 407 a Nuoro e 2mila 688 a Oristano. In ogni caso, il bilancio regionale aperture-chiusure segna ancora negativo con 582 aperture e 980 chiusure, per un saldo finale di -398. Tutto il “sistema artigiano” offre lavoro e opportunità a 62mila 546 occupati, per 3mila 098 milioni di euro di valore aggiunto prodotto, in un contesto, quello dell’economia regionale, dove le aziende artigiane rappresentano il 20,7% del totale delle attività produttive regionali.

“È necessario, in ogni caso, rimettere l’impresa al centro delle politiche nazionali e regionali – ha aggiunto Matzutzi – ciò vuol dire valorizzare quel modello di micro e piccola imprenditoria che ne costituisce l’ossatura produttiva. Servono però interventi mirati a valorizzare la qualità della produzione Made in Sardegna e Made in Italy. Un intervento importante a livello regionale sarebbe il ricorso alla Legge 51, destinata alle imprese artigiane e da troppo tempo bloccata”.

A detta dell’Associazione Artigiana “È fondamentale difendere la competitività della manifattura sarda e italiana sul mercato interno e internazionale, eliminando costi e vincoli che penalizzano le imprese rispetto ai competitor stranieri quali fisco, burocrazia, credito, servizi pubblici, che moltiplicano gli oneri e i vincoli sulle spalle degli imprenditori”.

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