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E' polemica ad Alghero dopo la presa di posizione Eugenio Zoffili, commissario regionale della Lega, contro il centro sociale Res Publica, situato nei locali dell'ex caserma di Via Simon.
Il braccio destro di Matteo Salvini in Sardegna ha scritto su Facebook: "A breve incontrerò il nostro nuovo sindaco di Alghero Mario Conoci. Una delle richieste che gli faremo come Lega sarà quella di mandare a casa questi pseudo 'pacifisti' del centro sociale Res Publica che occupano uno stabile in pieno centro storico grazie a un bando di anni fa della Giunta PD guidata dall'ex sindaco anti-Salvini Bruno. Restituiamo questi locali ai cittadini algheresi che ne hanno veramente bisogno e sono in difficoltà!".
Le parole dell'esponente del Carroccio hanno acceso il dibattito e reazioni contrarie anche in seno alla maggioranza comunale della cittadina catalana. Emiliano Piras di Noi con Alghero, neo consigliere comunale, ha replicato così: "Non so come lei sia abituato a casa sua, ma qui ad Alghero siamo una comunità e le decisioni sappiamo prenderle anche attraverso il dialogo, senza 'aiuti da casa' e soprattutto senza violenza. Del merito della questione eventualmente ne parleremo nella sede naturale, che è il Comune; lei venga qui in città da buon turista, sarà sempre gradito ospite".
Eugenio Zoffili è così tornato sull'argomento: " Non conosco il signor Emiliano Piras, ognuno ha il diritto di esprimersi, compreso il sottoscritto, che in Sardegna non fa il turista e rappresenta un importante partito come la Lega. Non conosco le modalità dei contratti in questione, ma domani stesso sarò ad Alghero e tra le altre cose ribadirò al sindaco Conoci la chiusura del centro sociale, dove si fa politica e ci si permette di insultare pesantemente Governo e Istituzioni, come avvenuto durante la visita di Salvini nel centro catalano. Ripeto: che questi locali vadano ai bisognosi".
Anche Giusy Piccone di Sinistra in Comune si è espressa sulla vicenda: "Leggendo le dichiarazioni di Zoffili, la prima cosa che viene in mente è che non conosca il progetto e che si sia limitato a passar davanti al Distretto della Creatività. Resto convinta dell’innovatività del Bando e soprattutto dell’idea di Distretto. Pur consapevole delle criticità, oggi come allora, resta un esperimento unico nel suo genere, osservato anche a livello nazionale, era prevista ad esempio una visita dell’università di Torino nel mese di luglio, poiché siamo oggetto di studio in un'analisi di tutti i casi di utilizzo dei beni comuni in Italia. Di fatto, gli spazi non sono stati affidati a nessuno in particolare, ma a tutti i soggetti in possesso di determinati requisiti che ne hanno fatto richiesta per collaborare, condividere quell’area e trasformarla in un laboratorio progettuale multidisciplinare".
"Ancora oggi - prosegue la Piccone - penso che il tema cruciale sia l’innovazione sociale. Definiamo innovazioni sociali le nuove idee che soddisfano dei bisogni sociali e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. All’origine dei processi di innovazione esistono richieste ed esigenze sociali esercitate dall’esistenza di bisogni insoddisfatti, come - nel caso specifico - l’esigenza di luoghi di incontro, di aggregazione, dove sviluppare creatività. Le pratiche di innovazione sociale non solo rispondono in modo innovativo ad alcuni bisogni, ma propongono anche nuove modalità di decisione e di azione. C’è stata un'opera di riappropriazione dei luoghi e di valorizzazione degli stessi, con alcune forme non sempre condivise, ma c’è stata. L’ex caserma è diventato luogo d’incontro, luogo d’aggregazione e di interazione. Ancora oggi, se dovessi scegliere tra il modello di socialità di piazza dei Mercati e quello di piazza Pino Piras non ho alcun dubbio, sceglierei quest’ultimo."